Economia

Padoan: stop negoziati “fulmine a ciel sereno”. Italia esposta fino a 65 miliardi

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ATENE (WSI) – Il crac del debito greco non dovrebbe avere conseguenze su quello italiano perché è già tutto contabilizzato: “10,2 miliardi di prestiti bilaterali e 27,2 di contributi al fondo”.

Lo ha dichiarato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, che ha definito “un fulmine a ciel sereno” la decisione del governo ellenico di indire un referendum e di votare no contro le misure di austerity chieste dai creditori internazionali.

Il fatto che la Bce continui a finanziarie le banche greche con fondi di emergenza prelevando dalle risorse del canale ELA, secondo l’ex funzionario dell’Ocse, è un segnale positivo dell’intenzione di trovare ancora un accordo.

“Non mi stupirei ma nemmeno mi preoccuperei più di tanto se sui mercati ci fosse un aumento della volatilità. La Bce ha tutti gli strumenti a disposizione per fronteggiarla”, ha aggiunto Padoan.

Lo stesso presidente francese Francois Hollande ha detto che Parigi è disposta a parlare con Atene e trovare un accordo prima che sia troppo tardi. Domani, martedì 30 giugno, è la data ultima per rimborsare il prestito da 1,6 miliardi che la Grecia deve all’Fmi.

Per il capo del Tesoro il problema è stato tergiversare per quattro mesi ” durante i quali si è perso molto tempo. Da parte greca non si mandavano ai tavoli gli staff per discutere delle misure. Soltanto nelle ultime due settimane si è cominciato a entrare nel merito”.

“Il mandato era quello di trovare un accordo. Tanto è vero che su molti aspetti erano stati fatti passi avanti importanti anche da parte dei greci. Certo, il governo Tsipras aveva un atteggiamento diverso rispetto al precedente, che era molto più collaborativo e sotto il quale l’economia era un po’ migliorata”.

In realtà una speranza c’è ancora per evitare il default totale del debito. È un’ipotesi di cui si parla, ma non abbastanza, sui media: che sia la Russia a intervenire in soccorso di Atene. Nonostante la crisi economica recente, Mosca avrebbe i soldi e il petrolio per permettere alla Grecia di rimanere finanziariamente a galla.

Un’altra ‘wild card’ potrebbero essere gli Stati Uniti, che proprio per impedire di perdere un alleato della Nato e di rafforzare l’influenza russa in Europa, potrebbero fare qualcosa con una mossa all’ultimo secondo.

Tornando all’esposizione italiana, la terza economia dell’area euro è il terzo principale paese europeo creditore della Grecia, con un’esposizione complessiva in termini di creditore – per la sua partecipazione nei fondi salva-stati Efsf/Esm e nel capitale Bce – che varia tra i 40 e i 65 miliardi. Solo la Germania e la Francia, le prime due economie del blocco, hanno un’esposizione maggiore.

Tuttavia se si tiene conto dei rischi contagio e dell’impatto potenziale sul debito pubblico, l’Italia diventa il primo paese più esposto al pericolo di default, selettivo o totale. Se per esempio il rendimento dei titoli di stato italiani dovesse aumentare di due punti percentuali in maniera permanente, secondo i calcoli del Sole 24 Ore “nei primi due anni il costo del servizio del debito pubblico potrebbe salire di 10 miliardi solo per l’Italia”.

(DaC)