Appare il salita la strada per il piano cashless fortemente voluto dal governo Conte nella manovra di bilancio. Nel dettaglio parliamo del credito di imposta riconosciuto agli esercenti che accettano e sollecitano l’uso di carte e bancomat per i pagamenti.
Avviato un tavolo di confronto
Il governo da qui ha indetto un tavolo di confronto per discutere di un eventuale taglio delle commissioni ma per ora si è concluso con un nulla di fatto.
Non ci sono margini per ridurre i costi delle commissioni per i pagamenti con carta hanno sentenziato i responsabili italiani di Bancomat, Mastercard, Visa e American express in occasione dell’audizione presso la commissione Finanze della Camera sul decreto fiscale, come riporta Il Sole 24 Ore.
«Bisogna seguire l’esempio di quanto dei paesi del Nord Europa – ha affermato il vice presidente di Amex, Giovanni Speranza – che sicuramente non hanno cercato di regolare direttamente i costi delle commissioni, ma hanno fatto leva sugli incentivi come del resto ha fatto il governo italiano».
L’introduzione del credito di imposta del 30% sui costi delle commissioni sulle transazioni con carte a favore degli esercenti è accolta con favore, così come il cash back. «Bisognerebbe andare oltre – ha chiosato Speranza -.
Penso al fronte dell’onboarding: in Italia per sottoscrivere una carta di credito on line ci vuole oltre mezz’ora, in altri paese europei 5 minuti. È un problema di burocrazia».(…) Noi fissiamo una fee per ogni transazione con la banca, poi vanno aggiunte le commissioni interbancarie», ha spiegato Alessandro Zollo, ad di Bancomat. Ci possono essere iniziative individuali – ha aggiunto Zollo -. Nel nostro caso per il sistema Bancomatpay abbiamo azzerato a nostre spese sia le nostre commissioni sia quelle delle banche per i pagamenti sotto i 15 euro».
Ad esprimere apprezzamenti per l’iniziativa del governo sul piano cashless Giovanni Sabatini, direttore generale dell’Associazione bancaria italiana (ABI) in Commissione Finanze alla Camera.
Importanti le norme volte a rendere maggiormente tracciabili i flussi di pagamento e contrastare l’evasione fiscale e l’infiltrazione della criminalità organizzata nel settore del gioco online.
Ma occorrerà valutare con pragmatismo ed equilibrando costi e benefici delle norme che prevedono il divieto per gli intermediari di effettuare trasferimenti di somme di denaro nei confronti dei soggetti che raccolgono giochi in Italia, laddove ci sia una mancanza di concessioni o di altro titolo abilitativo”