La lotta all’evasione fiscale si combatte grazie alla tracciabilità dei pagamenti. Il 30 giugno del 2014 è entrato in vigore l’obbligo di usare il POS. Chi deve rispettare l’obbligo di effettuare pagamenti elettronici e quali sanzioni si rischiano? Facciamo il punto.
Pagamenti elettronici obbligatori: normativa
È il Decreto Attuativo 24/01/2014 (Disposizioni sui pagamenti elettronici) in cui è previsto l’obbligo di accettare pagamenti in moneta elettronica, ad aver introdotto l’obbligo di accettare pagamenti non in contanti per tutte le transazioni aventi come oggetto la vendita di beni, servizi e prestazioni professionali.
La norma in sostanza prevede l’obbligo di mettere a disposizione del cliente che ne fa richiesta il pagamento tramite Pos (Poin of Sales). Commercianti, professionisti e studi associati sono quindi tenuti ad accettare pagamenti elettronici effettuati tramite carte di credito, di debito, bancomat e prepagate.
Pagamenti elettronici obbligatori: sanzioni
La norma originaria (articolo 15, commi 4 e 5 del Dl 179/2012) non prevedeva sanzioni per chi non avesse adempiuto – sia chi si rifiuta di accettare pagamenti elettronici sia chi non installava il Pos – e in seguito il ministero dello Sviluppo Economico per colmare la lacuna normativa ha previsto l’applicazione della sanzione prevista all’articolo 693 del Codice Penale.
Così in caso di mancata accettazione di monete aventi corso legale in Italia si applica una multa pari a 30 euro. Da qui lo stesso ministero di concerto con quello dell’economia ha messo a punto uno schema di regolamento per contrastare proprio il diniego alluso della moneta elettronica mediante la sanzione di 30 euro.
Ma il 1° giugno il Consiglio di Stato ha depositato il suo parere su tale schema di regolamento e ha bocciato l’introduzione delle sanzioni fino a 30 euro. Il motivo, scrivono i giudici, è che il richiamo all’articolo 693 non è condivisibile sul versante giuridico, visto che non si rispetta il principio in base al quale nessuna sanzione può essere imposta “se non in base alla legge”.
Allora qual è la soluzione? Secondo i giudici amministrativi, la sanzione deve essere ricercata all’interno dell’ordinamento giuridico che disciplina le attività commerciali e professionali. Di fatto ad oggi c’è l’obbligo ma ancora nessuna sanzione.