Economia

Pagamenti in Europa, l’innovazione continua

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Il panorama è già cambiato molto, ma sono attese ulteriori novità. Non soltanto per i player tradizionali. A sfidare il settore ci sono fintech e colossi tech. L’Italia è in prima fila

di Sandra Riccio

Il settore dei pagamenti in Europa ha subito notevoli cambiamenti negli ultimi anni, guidati, da un lato, dalla crescita del commercio elettronico e dal crescente utilizzo degli smartphone e, dall’altro, da un maggiore impegno normativo e da fattori geopolitici. Questi cambiamenti hanno portato all’emergere di nuovi operatori ma anche all’aumento della regolamentazione. All’analisi del settore e ai trend che sta evidenziando è dedicato il whitepaper di Deloitte «Key Players in the EU Payments Landscape 2023».

Dal report emerge chiaramente l’adozione diffusa dei pagamenti digitali come un trend di rilievo. «Lo spostamento verso le soluzioni di pagamento mobile e contactless è stato determinato dalla loro facilità d’uso e dalla loro convenienza, che li rendono la scelta preferita dai consumatori» afferma Paolo Gianturco, FSI Consulting & FS Tech leader di Deloitte Consulting che poi aggiunge: «Allo stesso tempo, il settore dei pagamenti si distingue anche per una rigorosa supervisione normativa, tra cui la Payment Services Directive 2 (Psd2) e il General Data Protection Regulation (Gdpr)».

Il ruolo del fintech

Anche l’ascesa delle società fintech ha avuto un impatto significativo sul settore dei pagamenti in Europa. «Ciò ha portato a un aumento della concorrenza e dell’innovazione nel settore, a tutto vantaggio dei consumatori e delle imprese» sottolinea Gianturco.

Secondo l’analisi, il settore dei pagamenti in Europa sta vivendo una fase di crescita grazie all’introduzione di nuove tecnologie e di soluzioni creative. Tuttavia, deve anche affrontare ostacoli come le preoccupazioni per la sicurezza e l’aderenza ai requisiti normativi che influenzeranno i suoi progressi in futuro. «Con la continua trasformazione del panorama dei pagamenti, è probabile che in Europa assisteremo a ulteriori innovazioni e sconvolgimenti nel settore» dice Gianturco.

La situazione in Italia

L’ecosistema europeo dei pagamenti è molto variegato. L’analisi mette la lente anche sull’Italia. «Si tratta di un Paese europeo in cui i servizi tradizionali sono ancora molto più diffusi di quelli digitali – dice lo studio -. Contanti e carte di debito sono i metodi di pagamento più utilizzati in Italia. Le applicazioni mobile sono meno utilizzate, con l’eccezione di Satispay, la rete di pagamento mobile indipendente, che è popolare tra le giovani generazioni in quanto consente ai consumatori di effettuare trasferimenti peer-to-peer e di pagare nei negozi fisici e online».

Secondo le previsioni, in Italia nei prossimi 4 anni i pagamenti saranno prevalentemente digitali: 40% carte di credito, 21% carte prepagate, 27% cellulari, 7% bonifici bancari e 4% portafogli elettronici.

Cosa succede in Europa

Tornando al panorama europeo, un aspetto emerge in maniera significativa: la nuova normativa ha creato tendenze diverse. «Nonostante l’obiettivo della Psd2 sia quello di promuovere l’innovazione nei pagamenti, l’analisi Deloitte ha riscontrato una disparità nell’adozione da parte degli operatori in Europa – spiega Gianturco -. Il Regno Unito domina il mercato dell’open banking, con circa il 40% di tutti i Tpp registrati in Europa, mentre l’Europa è in ritardo a causa della frammentazione degli standard tecnici».

La crisi finanziaria del 2008, la Brexit, il Covid e la guerra in Ucraina hanno sconvolto l’Europa, impedendo l’armonizzazione della regolamentazione. Sebbene la Psd2 abbia introdotto caratteristiche innovative, ha anche sollevato preoccupazioni relative alla protezione dei dati personali. Nel 2020, il Comitato europeo per la protezione dei dati ha pubblicato delle linee guida che allineano la Psd2 al Gdpr, con l’obiettivo di aumentare le linee guida sulla protezione dei dati. La Strong Customer Authentication è una parte cruciale della Psd2 che ha un impatto sui percorsi dei clienti e si è rivelata un elemento di differenziazione nel panorama dei pagamenti. Nel maggio 2022, la Commissione europea ha avviato consultazioni sul quadro di riferimento per l’open finance e la condivisione dei dati per il settore finanziario. «Queste iniziative dimostrano la chiara intenzione di armonizzare le normative e di uniformare le condizioni di gioco» conclude Gianturco.

L’articolo integrale è stato pubblicato sul numero di settembre del magazine Wall Street Italia