ROMA (WSI) – I dirigenti di Palazzo Chigi sono proprio bravi. Al 99% di loro sono andati i premi di rendimento per aver centrato gli obiettivi: una somma che varia tra i 26mila e i 31.600 euro. Cos’hanno fatto per ricevere tutti questi soldi? Spulciando tra le paginate della “direttiva generale” che dovrebbe stabilire i criteri per i premi, si scopre che bastava usare l’e-mail invece delle lettere per avere i riconoscimenti.
Da sottolineare che il bonus integra un compenso di 188mila euro in media, almeno per i 104 dirigenti di prima fascia di Palazzo Chigi. “Repubblica” dice però che le cose stanno per cambiare: la presidenza del Consiglio vuole infatti rivedere gli obiettivi su cui i funzionari vengono premiati.
Al progetto sta lavorando Alessandra Gasparri, capo dipartimento per l’ufficio del controllo interno. Dei contenuti non si sa niente: l’unica particolarità è, scrive “Repubblica”, “che la pianificazione dei bonus sarà ‘collegata in maniera stringente al ciclo di bilancio’ (dal che si apprende che finora, chissà perché, non lo era)”. E poi, appunto, la parola magica: sono arrivo criteri “oggettivi” per i premi. Dobbiamo quindi credere che, fino ad oggi, i premi sono stati dati sulla base di criteri poco chiari?
A guardare le documentazioni del 2013, i parametri sulla base dei quali determinare i bonus sono in una direttiva generale lunga 102 pagine: vi si elencano quattro aree strategiche su cui basarsi per giudicare il lavoro, e queste sono “contenimento della spesa, crescita della produttività, buona amministrazione, qualificazione delle competenze”. Quanto però a obiettivi misurabili, nelle pagine c’è ben poco di concreto. Si parla di “riorganizzare e reingegnerizzare i processi di lavoro e creare interscambiabilità di talune attività di supporto”, di “miglioramento della qualità delle attività dell’amministrazione nel contesto internazionale”.
Però, quando si passa alla “produttività”, l’obiettivo posto è il “miglioramento dell’organizzazione del lavoro, la riduzione dei tempi di lavorazione e la diminuzione del flusso cartaceo”. Per precisare poi, al punto successivo, che occorre un “ampliamento dell’uso delle tecnologie della comunicazione”.
Qual è il significato? Che i bonus vanno ai dirigenti che hanno, appunto, il buon senso di mandare più e-mail e meno lettere. E ancora, nel campo dedicato alla “buona amministrazione”, si sottolinea l’obiettivo di “riconoscere e valorizzare le capacità individuali dei dirigenti”. Cioè, praticare la meritocrazia, promuovere chi vale. Offrire un premio per questo lascia pensare che una cosa che pare normale non lo sia a Palazzo Chigi. Tutto questo sarà forse risolto con la riforma che Letta si sta apprestando a preparare. Ma fin qui apparirebbe certo che l’Italia dovrebbe avere l’amministrazione migliore d’Europa. Almeno, a guardare i premi di rendimento.
(TgCom24)