Sale la tensione Usa e Cina: abbattuto con successo il pallone-spia cinese che sorvolava i cieli statunitensi: a comunicarlo è stato direttamente il presidente Joe Biden (nella foto sopra). L’operazione era stata ordinata mercoledì, ma prima di procedere si è atteso che il pallone-spia raggiungesse un luogo sicuro.
Gli Stati Uniti erano sicuri che il pallone spia avesse un compito preciso e stabilito a tavolino: quello di monitorare i siti militari. A riferirlo è un funzionario della Difesa statunitense, che ha anche spiegato che ad abbattere il pallone spia è stato un missile aria-aria, lanciato da un caccia F-22. Successivamente all’abbattimento, sono iniziate le operazioni per recuperare il pallone-spia. Verranno recuperati tutti i detriti, che hanno valore di intelligence.
L’agenzia Bloomberg, citando alcune fonti informate sui fatti, ha riferito che gli Stati Uniti non hanno messo in guardia la Cina sul piano di abbattere il pallone spia, i cui resti saranno analizzati nel laboratorio di Quantico dell’Fbi.
Pallone spia cinese, i resti in laboratorio
L’intenzione, adesso che il pallone spia è stato abbattuto, è quello di portare i resti in un laboratorio di Quantico dell’Fbi. Gli esperti dell’agenzia di intelligence statunitensi, a questo punto, procederanno con le analisi del caso. Alcune navi della Guardia Costiera e della Marina, in questo momento, si trovano nel luogo dove è caduto il pallone e stanno proteggendo il perimetro. L’ipotesi iniziale era quella di dover recuperare i detriti in acque profonde, ma i resti sono a poco più di quattordici metri: il recupero, quindi, potrebbe risultare abbastanza facile.
Lloyd Austin, Ministro della Difesa Usa, ha spiegato che il pallone-spia è stato usato dalla Cina per sorvegliare i piani strategici degli Stati Uniti. Il suo abbattimento è avvenuto come risposta ad una violazione inaccettabile della sovranità statunitense. L’abbattimento del pallone-spia è avvenuto in acque americane. A dare l’autorizzazione all’operazione è stato direttamente il presidente Biden. Austin ha detto:
“Dopo un’attenta analisi è stato determinato che abbatterlo mentre sorvolava il territorio avrebbe posto un rischio non necessario. In linea con le indicazioni del presidente, il Dipartimento della Difesa ha sviluppato opzioni per abbatterlo in sicurezza nelle nostre acque territoriali”
Il pallone-spia aveva fatto scattare l’allarme in molte zone del paese, tanto che la Federal Administration Aviation, l’autorità dell’aviazione americana, aveva deciso di chiudere tre aeroporti e parte dello spazio aereo del Nord e del Sud Carolina per iniziative di sicurezza nazionale.
Il Dipartimento della Difesa aveva consigliato Biden di non abbattere il pallone-spia mentre sorvolava gli Stati Uniti, perché avrebbe potuto rappresentare un rischio per la popolazione a causa dei detriti che sarebbero caduti a terra.
La reazione della Cina
L’abbattimento del pallone-spia rischia di rendere ancora più roventi i rapporti con la Cina. Pechino, infatti, non ha ribadito alle accuse, nel tentativo di disinnescare un caso che potrebbe creare delle vere e proprie grane a Xi Jinping e alla sua leadership. Fin da subito la Cina ha tentato di riportare la calma, anche se ha chiarito di non accettare delle congiunture infondate e chiedendo di non essere diffamata. Nel frattempo, comunque, un nuovo pallone è spuntato nei cieli sudamericani.
La vicenda ha fatto saltare la missione a Pechino del segretario di Stato Antony Blinken, perché non ci sono più le condizioni. Netta presa di posizione di Wang Yi, potente capo della diplomazia cinese, secondo il quale le parti “devono rimanere concentrate, comunicare in modo tempestivo, evitare giudizi errati e gestire le divergenze di fronte a situazioni inaspettate in modo freddo e professionale”. Wang ha poi aggiunto che la Cina si attiene con rigore al diritto internazionale. Non accettiamo alcuna speculazione o propaganda infondata.
La Cina ha affermato che il pallore aerostatico incriminato è ad uso civile per le ricerche meteo. Pechino ha quindi accusato i media ed i politici statunitensi che hanno approfittato e usato l’incidente come pretesto per attaccare e diffamare la Cina.