Erano anni che la famiglia di Daphne Caruana Galizia era a conoscenza che la giornalista e blogger maltese, uccisa nell’esplosione della sua auto davanti al marito e ai figli, era stata presa da mira. Così parla il marito a poche ore dall’uccisione della giornalista che aveva indagato sulla corruzione del potere locale e sui Panama Papers. Uccisione sì perchè tutti gli indizi fanno pensare a questo.
“Guardando indietro sapevamo forse da molto tempo che poteva finire così. Con il senno di poi sembra ovvio”.
Parla affranto il marito della giornalista che racconta quegli istanti terribili dell’esplosione.
“Ero seduto qui a casa al tavolo quando ho sentito l’esplosione, le finestre rotte, la casa vibrava. Sapevo che era morta ancora prima di alzarmi dalla sedia”.
La giornalista Galizia si era fatta molti nemici in quasi 30 anni di inchieste e le autorità cercano prove che possano inquadrare un presunto colpevole. Negli ultimi anni dal suo blog molto popolare, Running Commentary, aveva attaccato duramente il primo ministro maltese, Joseph Muscat , il capo di stato maggiore Keithe Schembri e l’allora ministro dell’energia Konrad Mizzi accusati dalla blogger e giornalista di essere legati alle società offshore che facevano affari con ‘lAzerbajigian. Ma nel mirino delle sue inchieste è finito un pò di tutto: clientelismo, corruzione, criminalità organizzata, assunzioni politiche, banche corrotte, evasione, società d’azzardo legate alla mafia. Gran parte del suo lavoro lo scorso anno si era incentrato sui Panama Papers, ma anche prima, come ricordano i suoi figli, la giornalista si sentiva constantemente perseguita e intimidita. Nel 1996 trovano la porta di ingresso di casa incendiata, e nel 2006 il marito Paul, tornando a casa tardi trovò un incendio accesso con pile di pneumatici vicino casa. Paul riuscì a raggiungere casa appena in tempo per fermare il fuoco.
Negli ultimi anni Malta è diventata la base pirata per l’elusione fiscale con l’aiuto offerto alle multinazionali ad eludere quasi 15 miliardi di imposte. Secondo l’Europol, la criminalità organizzata, specie la ‘ndragheta ha affari loschi nell’isola, che rappresentano il 10% del Pil nazionale. La principale fonte di reddito del paese è la vendita della cittadinanza e di passaporti maltesi. Una triste storia in cui politica e corruzione si mescolano. Come denuncia il marito della giornalista.
“Tante persone la volevano morta. Tutti dicono di sperare che gli assassini si trovano, ma sappiano dove sono. Sono al governo. Sono in Tv e tutti in parte hanno la loro responsabilità”.