Nel gorgo dei Panama Papers è caduta anche una delle attrici più amate dai fan della saga di Harry Potter: secondo quanto riporta il Telegraph, Emma Watson ha utilizzato una società offshore, comparsa nel leak da Mossack Fonseca, per comprare un’immobile da diversi milioni di sterline. La “magia” della società basata alle Isole Vergini, la Falling Leaves, non sarebbe servita a evadere il fisco, bensì a garantire “anonimato e sicurezza”, fa sapere una portavoce dell’attrice nota al grande pubblico nei panni di Hermione Granger.
Appena un mese dopo la formazione della Falling Leaves, la Watson ha acquistato una residenza a Londra. “Emma non riceve assolutamente nessun vantaggio fiscale o monetario dalla sua società offshore, solo privacy”, dichiara la portavoce della Watson. Al momento non sono disponibili prove in grado di affermare il contrario.
Secondo la difesa dell’attrice, “le companies britanniche, dovendo pubblicare i dettagli degli azionisti non consentono l’anonimato necessario per proteggere la sicurezza personale” dell’ex maghetta.
Nel frattempo dal Regno Unito spuntano altri affari opachi dal caso Panama Papers, in questo caso il nome coinvolto è quello di un colosso come British Petroleum. Ieri infatti è emerso dal leak che Bp aveva siglato diversi contratti multimilionari con Unaoil (società coinvolta in una precedente inchiesta giornalistica che la indicava come intermediaria per il pagamento di tangenti su scala internazionale) in relazione a servizi ingegneristici nel giacimento di Kirkuk (Iraq). Bp ha confermato il rapporto con Unaoil, cui sono stati pagati oltre 7 milioni di dollari, ma ha ribadito l’impegno dell’azienda contro ogni forma di corruzione. Unaoil ha precisato che nessuna porzione del pagamento era destinata a finanziare pubblici ufficiali collegati al progetto.