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Panama Papers, tutte le banche coinvolte

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ROMA (WSI) – Ora sono online consultabili da tutti i nomi di 360mila entità – aziende o persone – che hanno celato le loro attività grazie alla creazione di veicoli offshore. Le loro attività ai limiti della legalità e le loro cattive condotte sono state portate allo scoperto grazie al maggiore furto di informazioni fiscali riservate della storia.

Tramite un potente motore di ricerca, simile a Google, chiunque potrà scoprire chi è stato assistito dallo studio Mossack Fonseca nelle operazioni, che in certi casi potrebbero nascondere una presunta attività di evasione fiscale. Il motore di ricerca funziona con Nuix, “un programma di eDiscovery e di investigazione informatica“, come ha spiegato Niki Lamanna di Ondata International, partner in Italia dell’azienda australiana Nuix.

Per l’Italia tra i 156 intermediari ‘ricercabili’ si possono citare tra gli altri il gruppo di adesivi, sigillanti e prodotti chimici Mapei (Milano), la società di nastri e tessuti Cometex (Trieste), l’azienda serigrafica Emme 2, la fiduciaria Widar e Apolloni Advisor, una delle decine di società offshore legate a Gian Luca Apolloni, organizzatore con Massimo Ciancimino, figlio dell’ex sindaco del sacco edilizio di Palermo, di una frode fiscale da oltre 30 milioni.

Mapei precisa in un comunicato di partecipare “in maniera del tutto legale a Panama tramite la consociata Mapei Construction Chemicals Panama S.A., che svolge sul territorio attività di produzione e commercializzazione dei propri  prodotti forniti a locali distributori”, utlizzati fra l’altro “per le opere di raddoppio del Canale di Panama”, appena inaugarato. Mapei non ha poi ricevuto nessuna contestazione per eventuali pratiche di evasione fiscale. Mossack Fonseca ha operato in qualità di consulente legale locale e “non ha mai impostato e gestito operazioni finanziarie per conto” di Mapei.

Tutto su UBS e Goldman Sachs

Facendo una ricerca inserendo come parametro geografico gli Stati Uniti spiccano invece i nomi di diverse banche come UBS, Goldman Sachs, Credit Lyonnais, Merrill Lynch, Citi Private Bank, IDB Bank, Banco De Sabadell, Alltrade, Dresdner Bank, Coutts & Co, Banque Des Partecipations Et Des Placements, oltre che imprese industriali e tecnologiche come Luxoft (impresa di soluzioni IT), la società di elettronica Baron International e la costruttrice di motori a reazione Williams International.

Tra i nomi più “loschi” figura quello di Merrill Scott & Associates, società di investimenti i cui asset sono stati congelati nei primi anni 2000 dopo che il gruppo è stato accusato di aver costruito una schema Ponzi da almeno 25 milioni di dollari. Guardando agli altri paesi spicca la mole di attività legata alla lussemburghese Eurobank.

Le informazioni ricercabili e i nomi pubblicati sul Web sono solo una piccola parte degli 11,5 milioni di dati trafugati dalla talpa John Doe (nome fittizio). Il consorzio ha infatti deciso di non rivelare documenti grezzi, operazioni finanziarie esatte o informazioni personali di massa, ma solo le informazioni utili. Il database contiene insomma una quantità enorme di dettagli sui proprietari delle compagnie, sui loro delegati e sui loro intermediari senza però rendere noti conti bancari, carteggi mail e transazioni finanziarie.

Sono ben 200 i paesi toccati dallo scandalo dei Panama Papers e tra le personalità politiche di spicco figurano 12 leader mondiali attuali o del passato. A livello temporale, i dati trafugati dallo studio legale panamense di Mossack Fonseca riguardano 40 anni di attività, dal 1977 a circa la fine del 2015. Sono più di 100mila le entità offshore come trust e società scudo create dallo studio legale solo tra il 2005 e il 2015.

Almeno 36 gli americani coinvolti

I giornalisti del Consorzio investigativo internazionale e Süddeutsche Zeitung hanno utilizzato il software Nuix per l’elaborazione, l’indicizzazione e l’analisi dei dati ed i ricercatori hanno utilizzato la funzione del programma per effettuare il riconoscimento ottico dei caratteri, tramite il quale si possono cercare il testo nel contenuto di milioni di documenti digitalizzati.

Secondo le ricerche effettuate dal Washington Post sul database accessibile da ieri alle 20 italiane sul sito Internet del consorzio internazionale di giornalisti investigativi (Icij), le società offshore create dallo studio legale sono legate ad almeno 36 americani accusati di frode o altre condotte finanziarie criminali.

Nell’elenco compare anche il nome di Len Gotshalk, un giocatore di football americano degli Atlanta Falcons diventato un businessman.