Niente panico. L’ondata di vendite che si è abbattuta recentemente sull’azionario globale e che ieri ha mandato a picco Wall Street non è destinato a durare a lungo.
Ne è convinto, Julian Emanuel, strategist di BTIG, che in un’intervista alla CNBC ha detto che, a questi livelli, la Borsa americana è entrata in una fase di ipervenduto, che si trasformerà presto in rally.
“Siamo passati dalla fase di incertezza al panico. Negli ultimi trent’anni, gli acquisti effettuati quando prevale la paura, si sono rivelati investimenti redditizi. Non pensiamo che questa volta sarà diverso”.
Ma quali sono le ragioni alla base dell’ondata di tanto pessimismo?
Margini di profitto a rischio
In linea con i primi sei mesi dell’anno, la corporate Usa sta riportando risultati finanziari prevalentemente positivi per il terzo trimestre. Ma questa volta, i capitani di impresa hanno sottolineato da più parti le sfide che devono affrontare per via dell’aumento dei costi di produzione e delle materie prime, a causa dei dazi. Alcuni di questi dirigenti hanno inoltre messo in evidenza che i loro margini di profitto rischiano di essere schiacciati da questi fattori.
Tassi di interesse in aumento
Questo ci porta alla Federal Reserve, che ha aumentato il suo tasso di riferimento tre volte quest’anno e prevede una nuova stretta a dicembre. La Fed appare determinata a stare al passo con l’inflazione e ha segnalato la volontà di continuare a innalzare i tassi, nonostante le critiche del presidente Donald Trump.
L’incremento dei tassi influenza la disponibilità del consumatore a prendere soldi a prestito. Non è un caso che i titoli bancari siano stati tra i titoli più colpiti dalle vendite.
Rallentamento economia cinese
La Cina, la seconda più grande economia del mondo, sta rallentando il passo. La scorsa settimana ha comunicato una crescita economica del 6,5% nel terzo trimestre, sotto le attese degli analisti. Un segnale negativo che si aggiunge alle preoccupazioni sulla guerra commerciale tra il gigante asiatico e gli Stati Uniti.
Italia, Arabia Saudita e Mid-term
Come se non bastasse, a complicare il quadro ci sono le tensioni geopolitiche, con il caso del giornalista saudita Jamal Khashoggi che rischia di incrinare i rapporti fra gli Stati Uniti e l’alleata Arabia Saudita, creando nuove tensioni in Medio Oriente. Non solo. I mercati seguono con preoccupazione anche l’approvazione della manovra italiana e le elezioni di Mid Term negli Stati Uniti.