ROMA (WSI) – Papa Benedetto XVI lascerà il Pontificato. È quanto ha annunciato lui stesso, precisando che la decisione sarà effettiva a partire dal prossimo 28 febbraio. Chiesta immediatamente la convocazione del conclave per il successore.
(GUARDA VIDEO ANNUNCIO DIMISSIONI, IN LATINO, QUI SOTTO)
L’annuncio è arrivato in latino durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Le ragioni sarebbero i “motivi di salute”.
Il 265esimo Pontefice ha sottolineato: “Sento il peso dell’incarico, lascio per il bene della Chiesa”. Il cardinale Sodano ha commentato affermando che la notizia è “un fulmine a ciel sereno”.
Nella storia della Chiesa sono cinque i pontefici che si sono dimessi, ma le dimissioni di Benedetto XVI arrivano per la prima volta dopo 600 anni. Padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha ammesso che la decisione “ci ha colti di sorpresa”. Tuttavia, l’annuncio oggi e’ stata una sorpresa, non la decisione per se’. “La decisione del Pontefice è stata presa da molti mesi, dopo il viaggio in Messico e a Cuba, in un riserbo che nessuno ha potuto infrangere, e avendo ‘ripetutamente esaminato’ la propria coscienza ‘davanti a Dio’, a causa dell’avanzare dell’età”. Lo scrive il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian.
Lombardi ha ricordato che gia’ in un recente libro-intervista il Papa aveva fatto intendere di essere in difficoltà e che era comunque prevista la possibilità di dimettersi (in generale) “in un momento di serenita’ per la Chiesa o quando il pontefice riconosce che gli mancano le forze”.
Una cosa è certa: a parte i motivi di salute Papa Ratzinger è stato nei mesi precedenti annientato dalle lotte intestine alla Curia, dallo scandalo Ior, dalla Spy Vaticano con centinaia di documenti e lettere trafugati nell’appartamento del Pontefice (vedi link sotto) dal maggiordomo Paolo Gabriele, i casi dei pedofilia, e perfino una denuncia per crimini contro umanità.
Lo scorso anno, esattamente 12 mesi fa, il 10 febbraio 2012 (notare data articolo di WSI), si era parlato anche di un complotto contro di lui. In un documento strettamente confidenziale, erano riportate le parole dell’arcivescovo di Palermo Paolo Romeo, che prevedeva con preoccupante certezza la morte del Papa entro novembre del 2012. E in quello stesso documento c’era il nome dell’arcivescovo di Milano Angelo Scola, come suo possibile successore.
Ed ecco un altro video, segnalato dall’utente mario789, che alla luce delle dimissioni di oggi di Benedetto XVI e’ un documento storico di enorme interesse:
PERCHE’ MOLTI CARDINALI NON SALUTANO IL PAPA NONOSTANTE LUI GLI PORGA LA MANO?
Joseph Ratzinger, questo il suo nome, è nato il 16 aprile del 1927, ed è stato eletto papa in occasione del conclave del 19 aprile del 2005, a seguito della morte di Giovanni Paolo II.
Il diritto canonico prevede che, “per la validità, la rinuncia debba essere fatta liberamente e che venga debitamente manifestata”. Non si richiede invece che qualcuno la accetti.
Bloomberg sul suo sito ha riportato la notizia citando il portavoce del Vaticano Ciro Benedettini. Il Papa si dimetterà due mesi prima del suo 86esimo compleanno, dopo aver servito la Chiesa per quasi otto anni.
Dopo le sue dimissioni “subentreranno le diverse autorità della sede vacante e della preparazione del Conclave, senza che ci siano i novendiali e le altre cerimonie che in passato hanno accompagnato la sede vacante per le esequie del Sommo Pontefice”. Lo ha spiegato il portavoce vaticano Lombardi.
A quel punto avranno luogo “le attività delle congregazioni dei cardinali che si orienteranno sulle elezione fin dall’inizio e, visto che questo comincia dal primo di marzo, e che l’esperienza ci parlava in passato di una elezione nel giro di 15-20 giorni, possiamo prevedere che nel mese di marzo dovremmo avere il nuovo Papa, per Pasqua“.
Ma si può davvero parlare di un fulmine a ciel sereno? Il mondo cattolico è in fermento, attonito; la notizia delle dimissioni viene vissuta dai fedeli come uno shock; eppure della possibilità che Benedetto XVI lasciasse il pontificato in via anticipata si era parlato praticamente lo scorso anno. Era stato lui stesso a rivendicare il proprio diritto di abdicare nel suo libro intervista: “Sì. Quando un Papa giunge alla chiara consapevolezza di non essere più in grado fisicamente, mentalmente e spiritualmente di svolgere l’incarico affidatogli, allora ha il diritto e in alcune circostanze anche il dovere di dimettersi” (“Luce del mondo”, Editrice Vaticana, pagina 53).
[ARTICLEIMAGE] L’ANNUNCIO IN LATINO“. “Conscientia mea iterum atque iterum coram Deo explorata ad cognitionem certam perveni vires meas ingravescente aetate non iam aptas esse ad munus Petrinum aeque administrandum…”. “Bene conscius ponderis huius actus plena libertate declaro me ministerio Episcopi Romae, Successoris Sancti Petri, mihi per manus Cardinalium die 19 aprilis MMV commissum renuntiare ita ut a die 28 februarii MMXIII, hora 29, sedes Romae…”, scandisce Benedetto XVI.
TESTO INTEGRALE IN ITALIANO DELL’ANNUNCIO
“Carissimi Fratelli, vi ho convocati a questo Concistoro non solo per le tre canonizzazioni, ma anche per comunicarvi una decisione di grande importanza per la vita della Chiesa”. Cosi comincia il testo dell’annuncio delle dimissioni di Papa Benedetto XVI.
“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio – prosegue il documento – sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’eta’ avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di san Pietro e annunciare il Vangelo, e’ necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me e’ diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravita’ di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20,00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sara’ vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l’elezione del nuovo Sommo Pontefice”.
“Carissimi Fratelli – conclude il Papa – vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti. Ora, affidiamo la Santa Chiesa alla cura del suo Sommo Pastore, Nostro Signore Gesù Cristo, e imploriamo la sua santa Madre Maria, affinché assista con la sua bontà materna i Padri Cardinali nell’eleggere il nuovo Sommo Pontefice. Per quanto mi riguarda, anche in futuro, vorrò servire di tutto cuore, con una vita dedicata alla preghiera, la Santa Chiesa di Dio”.
BOLLETTINO N. 0089 – 11.02.2013 3 Dal Vaticano, 10 febbraio 2013 BENEDICTUS.
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commenta un lettore di WSI, francesco618:
… Devo dire che a me sono venuti in mente tutti gli scandali della chiesa che ha dovuto sopportare in questi 8 anni, dalla pedofilia alle lotte intestine in curia, all’incapacità dii difendere Viganò, ai furti perpetrati dal suo maggiordomo personale, ma il pensiero più grande è andato all’affaire compravendita Antonveneta.
Qui ci troviamo di fronte ad una banca sopravvalutata del 50% (da 6 a 9 miliardi) dove Gotti Tedeschi come presidente di Santander Italia effettua la vendita di Antonveneta a Mps e dei 3 miliardi di sovrapprezzo si sa che 2 finiscono in un conto corrente londinese della stessa banca ma a disposizione di Mps che poi provvederà a far rientrare in Italia scudati al 5% e l’altro miliardo che non si sa dove sia finito, probabilmente rimasto a Santander come cadeau per il servizio offerto.
Fatto sta che nel 2008 il cardinale Bertone chiama Gotti Tedeschi in Vaticano per occuparsi della gestione finanziaria del Governatorato del Vaticano e l’anno seguente diviene presidente dello IOR per essere poi dimissionato 3 anni dopo. Gotti Tedeschi è rimasto in Santander dal 1992 quando Emilio Botin gli chiese di fondare la filiale italiana di Santander e lo nominò l’anno seguente Presidente di Finconsumo Banca SpA divenuta poi Santander Consumer Bank SpA.
Come tutti sanno Botin e la Santander sono vicini all’Opus Dei e a me sommando questi avvenimenti viene da pensare che quest’uomo (Benedetto XVI), studioso, teologo e filosofo non se la sia sentita più di reggere il malaffare che lo attorniava ed abbia preferito ritirarsi in preghiera.
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Il Papa lascia il pontificato dal 28 febbraio. Lo ha annunciato personalmente, in latino, durante il concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. Il Papa ha spiegato di sentire il peso dell’incarico di pontefice, di aver a lungo meditato su questa decisione e di averla presa per il bene della Chiesa. La ingravescentem aetatem cioé l’età avanzata. Questo tra i motivi addotti da Benedetto XVI, per le sue dimissioni. La sua decisione, annunciata in latino davanti al collegio cardinalizio e alla Casa Pontificia riunite per un concistoro di canonizzazione, è stata accolta nel più profondo silenzio e con smarrimento. Il Papa aveva una voce solenne ma serena e il volto un po’ stanco.
“Ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile2005”, ha detto Benedetto XVI. “Carissimi Fratelli, vi ringrazio di vero cuore per tutto l’amore e il lavoro con cui avete portato con me il peso del mio ministero, e chiedo perdono per tutti i miei difetti”, ha aggiunto il Papa.
“Non risulta nessuna malattia in corso che abbia influito sulla decisione” del Papa. Negli ultimi mesi è diminuito il suo vigore. Sappiamo l’età che ha e che è normale per persone in età avanzata vivere un declino delle proprie forze ed il Papa lo ha sentito negli ultimi mesi e lo ha riconosciuto con lucidità”, ha detto padre Lombardi.
Il Papa soffre per dolori articolari e reumatici ma è anche il peso del suo ruolo a incidere sul suo stato generale: è quanto trapela da fonti mediche dello staff che lo segue. Il Pontefice è anche sofferente di fibrillazione atriale cronica ma, si è appreso, rifiuta i farmaci anticoagulanti prescritti.
Il Papa ha indicato il 28 febbraio per il termine del pontificato e chiesto che si indica un conclave per l’elezione del successore. La “sede vacante” scatta dalle ore 20.00 del 28 febbraio. Lo ha detto il Papa annunciando ai cardinali la decisione di dimettersi. Dovrà quindi essere convocato un conclave per l’elezione del nuovo Papa. Nel mese di marzo, probabilmente, avremo il nuovo Papa, ha detto Lombardi.
“Il Papa ci ha preso un po’ di sopresa”. Lo ha detto il portavoce Vaticano, Padre Federico Lombardi, aprendo una conferenza stampa. Il Papa, negli ultimi tempi, “non era assolutamente depresso, aveva serenità spirituale e padronanza del rapporto con gli alti. Non c’erano segni definiti di depressione o scoraggiamento, anche se può essere stato toccato da vicende difficili, ma non direi che ciò lo ha indotto a decisione”. Lo ha detto padre Lombardi. “Un fulmine a ciel sereno”. Con queste parole il decano del collegio cardinalizio, cardinal Angelo Sodano ha commentato la decisione.
Georg Ratzinger, il fratello di papa Benedetto XVI, era da mesi al corrente dei piani di dimissioni annunciati stamani dal pontefice. “Ero stato messo al corrente”, ha detto il religioso secondo quanto riporta il sito del quotidiano Die Welt in un flash delle 12:49: “Mio fratello si augura più tranquillità nella vecchiaia”.
La decisione del papa di rinunciare al pontificato “sarà, come lui ha detto, per il bene della Chiesa”, ha detto il cardinale Angelo Scola nel corso dell’Omelia durante la messa per i malati alla parrocchia di Santa Maria di Lourdes a Milano.
Il cardinale Scola ha parlato di “decisione clamorosa” presa da “un uomo dalla fede e dall’umilità assolutamente straordinaria”. “Un uomo che per tutti questi anni ci ha comunicato l’intelligenza profonda della fede, della verità, e del suo magistero”. “Anche se questa domanda ci riempie di sorpresa e a prima vista di domande – ha aggiunto -, come lui ha detto, sarà per il bene della chiesa”.
Il cardinale arcivescovo di Cracovia Stanislaw Dziwisz smentisce qualsiasi paragone con Giovanni Paolo II, come riferito da alcuni: Karol Wojtyla e Joseph Ratzinger – ha detto Dziwisz, secondo quanto riporta la Radio Vaticana – “sono stati due grandi amici, ciascuno aveva il suo carisma. Giovanni Paolo II ha aperto la Chiesa al mondo, Benedetto XVI ha approfondito la fede e le radici cristiane, i pontificati si completano”. “Benedetto XVI è stato un grande Papa – ha aggiunto l’ex segretario di Wojtyla -, a lui va la mia grande riconoscenza, io lo stimo e lo amo”.
“Nel nostro ultimo colloquio traspariva come fosse provato e consapevole di una fatica difficilmente sostenibile”. Con queste parole stamani il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha fatto capire come Benedetto XVI – già una settimana fa, nel corso del loro ultimo colloquio in Vaticano – non gli avesse nascosto la propria decisione di lasciare il magistero di Pietro. L’incontro si è svolto lo scorso quattro febbraio, poco prima del concerto alla sala Nervi per l’84/mo anniversario dei Patti Lateranensi. Il Papa tedesco – si è appreso – si sarebbe confidato con il capo dello Stato: una conversazione definita dalla sala stampa vaticana “particolarmente intensa”.
Napolitano, subito dopo l’incontro, era apparso particolarmente colpito e visibilmente commosso. Oggi, dal Quirinale, il presidente ha commentato con i giornalisti il gesto del Papa definendolo “straordinariamente coraggioso” e ricordando quanto il mandato del pontefice della Chiesa cattolica sia “impegnativo da tenere sulle proprie spalle”. In più, ha aggiunto, “si deve fare i conti con il prolungarsi della vita, e il prolungarsi della vita non sempre in condizioni egualmente sostenibili”.
“La decisione del Pontefice è stata presa da molti mesi, dopo il viaggio in Messico e a Cuba, in un riserbo che nessuno ha potuto infrangere, e avendo ‘ripetutamente esaminato’ la propria coscienza ‘davanti a Dio’, a causa dell’avanzare dell’età”. Lo scrive il direttore dell’Osservatore Romano, Gian Maria Vian. (ANSA)