Nuovo aggiornamento in vista della lista nera dei paesi considerati paradisi fiscali dell’Unione europea. Secondo le anticipazioni di Bloomberg, fino a undici paesi sarebbero a rischio di finire nel mirino di Bruxelles in quanto non cooperativi nel settore fiscale. Tra questi Corea del Sud, Panama, Tunisia, Emirati Arabi, Barbados, Capo Verde, Grenada, Macao, Isole Marshall, Palau e Santa Lucia.
L’adozione della black list è attesa nella riunione dell’Ecofin di oggi a Bruxelles anche se, in base ad alcuni rumors, l’approvazione è tutt’altro che scontata. Anche se a premere c’è anche la Commissione europea, che ha messo a punto i criteri per stilare l’elenco e che ha fatto della lotta all’evasione fiscale un suo cavallo di battaglia fin dal primo giorno.
La lista – che ovviamente non conterà alcun Paese Ue – non avrebbe alcuna conseguenza pratica nell’immediato. Procurerebbe soltanto un danno di reputazione che potrebbe spingere i Paesi ‘nominati’ a diventare più trasparenti e collaborativi con le autorità fiscali europee.
Quella della redazione della lista unica europea è un percorso iniziato nel 2016, fondata su criteri oggettivi che tengano conto di un adeguato livello di trasparenza fiscale che consenta lo scambio di informazioni fiscali, di regimi impositivi equi e del rispetto delle misure di contrasto al fenomeno dell’erosione della base imponibile.