LEGNANO (WSI) – “They actually did it. A group of Republicans in the House just forced a government shutdown over Obamacare instead of passing a real budget”.
La prima volta in 17 anni
Così, alle ore 6.24 di questa mattina Obama, tramite un tweet, lancia i primi commenti su quello che è stato definito lo shutdown, ovvero l’impossibilità per il governo americano di operare a regime a causa della mancanza di fondi. Mancanza dovuta ad una decisione dei repubblicani che hanno rinviato la riforma sanitaria proposta da Obama non ascoltando l’ultimo appello rivolto dallo stesso allo speaker repubblicano John Boehner con cui si richiedeva una legge per fornire fondi per le prossime sei settimane senza far slittare la riforma.
Valute: tutto quel che dovete sapere
Questo sta a significare che le agenzie federali non riceveranno la liquidità necessaria al proprio funzionamento, facendo interrompere il lavoro a 700.000 persone. Molte le implicazioni politiche e reali che non abbiamo spazio per commentare, economicamente parlando ci troviamo di fronte ad una paralisi del sistema di funzionamento della più grande economia mondiale che si può tradurre in una riduzione dei consumi ed una continuazione di spese fisse per le famiglie, il che andrebbe a minare in maniera importante la ripresa che si sta timidamente vivendo in questi mesi e che non ha ancora raggiunto livelli sufficienti a far decidere al board della Federal Reserve di procedere con il piano di riduzione degli acquisti di asset pubblici e legati ai mutui immobiliari.
Non il miglior quadro immaginabile. Ma neanche il peggiore, purtroppo. Come mai non se ne è parlato nelle settimane passate, ma soltanto nei giorni scorsi (soprattutto ieri) si è rispolverata la notizia? Perché non si credeva che l’America potesse realmente incorrere in una decisione dal punto di vista economico non delle più brillanti, che segue in dabbenaggine quanto successo in Italia con l’Iva portata al 22%, giusto per andare a deprimere ancora maggiormente i consumi e andare ad appesantire la pericolosa spirale che vede i risparmi delle famiglie cominciare ad assottigliarsi.
Ma, come accennavamo, purtroppo non è finita qui e, dato che un’aspettativa poco probabile si è appena realizzata, non possiamo non mettere nel mirino un altro problema, che dovremo volenti o nolenti presto affrontare.
17 ottobre: appuntamento con il tetto del debito
16.700 miliardi di dollari. Questo attualmente il tetto del debito stanziato dall’amministrazione americana che potrebbe, a questo punto, andare incontro ad un problema che non vorremmo nemmeno immaginare. Non dopo tutta la fatica che è stata fatta per allontanare la crisi.
Non sappiamo come spiegarci bene, ci proviamo. Fin’ora è come se, a livello di aspettative reali su quanto potesse accadere di fronte a decisioni che sarebbero state in grado di condannare l’America (default) o di avvicinarla al baratro (blocco governo), gli investitori e gli analisti non avessero concretamente creduto ad un reale ed effettivo realizzo degli scenari considerati.
Si erano create forti aspettative sull’uscita dal QE (non condivise da noi, come sapete), ma per quanto riguarda gli altri argomenti, niente sembrava possibile, da quanto ci dicevano i prezzi. Il primo passo è stato fatto, stiamo attenti al secondo, anche se è presto per poter ragionare su cosa i mercati stiano prezzando.
Nei prossimi giorni ci concentreremo su questi fattori, quando ne rileveremo le necessità. Se non si dovesse trovare un accordo gli scenari sarebbero facilmente immaginabili. Intanto stiamo attenti al mercato, non siamo sicuri che i dati macroeconomici redatti dal Bureau of Labor Statistics e dal dipartimento del commercio verranno comunicati ai mercati, il che potrebbe portare a nervosismo. Per ora, il dollaro americano è sceso, avvicinandosi ai supporti più importanti dopo dei recuperi su un tipico movimento da buy the rumor sell the news, curiamo con attenzione il livello di 10,470 punti.
QUADRO TECNICO
EurUsd: il livello di 1.3515 visto ieri come trigger point per valutare estensioni verso i massimi ha tenuto in mattinata, lasciando spazio nel primo pomeriggio a buone salite dell’euro, che si è effettivamente riportato sui massimi. Siamo ora sopra la media a 21 oraria ma con i prezzi che hanno formato massimi inferiori, il che ci fa capire come la fase laterale possa continuare ma come i primi supporti che andremo ad incontrare, se dovessero tenere, potrebbero aiutare i prezzi a visitare i massimi, andando ad aumentare le probabilità di assistere a tentativi di rotture rialziste con formazione di nuovi massimi. Ci riferiamo proprio all’area di 1.3515, che se dovesse tenere, potrebbe far ritornare i prezzi verso i massimi. In caso di approfondimento sotto area 1.3505 è possibile valutare potenziali accelerazioni verso 1.3490 (area all’interno della quale ci si può fermare da un momento all’altro) ed in caso di superamento di 1.3485 il mercato potrebbe estendere verso i minimi. Per valutare rotture definitive verso l’alto, l’ara di 1.37 ¾ rappresenta a nostro parere la più importante da seguire.
UsdJpy: sui rimbalzi effettuati che hanno raggiunto la media mobile a 21 periodi ieri mattina, come detto, era possibile valutare vendite di dollaro con potenziali target in area 97.45 in caso di superamento ribassista di 97.70. Bene, 97.50 ha funzionato come supporto e ci fornisce ora un buon punto da seguire, anche se lontano dai prezzi attuali che si sono riportati sopra 98.00, dopo un forte rally del dollaro cominciato nel pomeriggio e rientrato durante le ultime ore della notte. Tecnicamente siamo in una situazione abbastanza confusa, con un grafico a 4 ore che fornisce lo scenario più chiaro. Un canale ribassista tracciato a partire dall’11 settembre che vede i prezzi vicino alle resistenze dinamiche rappresentate sia dalla trendline discendente sia dalle medie a 21 e 100 impostate a ribasso e testate dai prezzi. In caso di approfondimento sotto 98.00 (almeno una quindicina di punti di tolleranza ci sembrano d’uopo) è possibile che i prezzi tentino il raggiungimento dei minimi che se dovessero saltare lascerebbero spazio verso 96.90. Un ritorno sopra 98.50, nell’intraday, potrebbe riportare verso le resistenze a 4 ore dove si può eventualmente valutare una vendita con stop e reverse sopra i massimi.
EurJpy: congestione tra 132.75 e 133.50 sull’eurjpy, punti sui quali è possibile valutare eventuali rotture da una parte o dall’altra pari all’altezza della congestione.
GbpUsd: lieve divergenza ribassista oraria sulla sterlina, che potrebbe interrompersi appena sotto 1.6150, dove passano i primi punti statici precedenti e la media a 21 periodi oraria. In caso di tenuta, è possibile attendersi ritorni verso i massimi e compimenti di nuovi livelli di massimo, mentre se dovessimo assistere a discese oltre 1.6130 è possibile seguire la divergenza fino a che lo stocastico non dovesse girare a rialzo, con primi target su 1.6110 ed eventuali approfondimenti verso 1.6080. Così scrivevamo ieri sulla sterlina inglese che ora si trova in correzione dai nuovi massimi compiuti, dopo che il livello di 1.6130 ha tenuto egregiamente confermando la forza intrinseca evidenziata sul finire di settimana scorsa della valuta di sua maestà. Siamo ora in correzione con i prezzi sopra la media mobile a 21 periodi oraria, che insieme ai punti precedenti restituisce area 1.6200 come il supporto principale da seguire. Un ritorno sotto 1.6185 potrebbe cominciare a far partire ordini di vendita che potrebbero produrre buoni flussi sotto 1.6170, livello che potrebbe riportare verso quell’1.6130 visto ieri con possibilità di movimenti a ribasso seguendo gli step visti ieri.
AudUsd: forte salita del dollaro australiano, dopo che la RBA ha mantenuto i tassi al 2.50% come da attese. Vediamo anche dei flussi di vendita di dollaro americano, per cui nell prime ore del mattino è possibile che si rendano effettive delle brevi correlazioni sui cambi che compongono il dollar index. Qui stiamo attenti all’area di 0.9415, è possibile che avvengano delle correzioni da poter lavorare per l’ottimo risk reward offerto, tenendo conto che un superamento di quest’area lascerebbe spazio potenzialmente fino a 0.9440 ed in estensione 0.9455 (da valutare operativamente almeno sopra 0.9420).
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