Roma – Dopo l’incontro incontro tra il premier Silvio Berlusconi e il presidente francese Nicholas Sarkozy, e dopo le dichiarazioni amichevoli dei due, siamo già alla fine delle ostilità tra Parmalat e Lactlalis? A Piazza Affari si parla già di una saga che si trasformerà in “vicenda amichevole”, si pensa già all’assenza di una contro opa, e si pensa che il tutto si concluderà con la creazione di un gruppo italo-francese, come proprio ieri aveva auspicato l’Innominabile.
Proprio ieri, dopo l’ufficializzazione dell’Opa totalitaria lanciata da Lactlalis sul 71% (il colosso francese detiene già il 29% del capitale dell’azienda di Collecchio), gli analisti ribadivano che alla fine, grazie all’appeal speculativo tornato sul titolo, e grazie alle prospettive di una contro-opa da parte di altri gruppi in risposta alla manovra di Lactalis, a vincere sarebbe stato il mercato, e in particolare gli azionisti.
E in effetti la seduta di ieri è stata memorabile, con il 5,7% del capitale scambiato, e un rialzo superiore all’11% del titolo. Ma sempre ieri c’è stato poi l’incontro tra il premier e il presidente francese, con i vari sorrisi e rassicurazioni che hanno fatto da protagonisti. Tanto che Berlusconi ha sottolineato che l’Opa di Lactalis su Parmalat “non è ostile” e che il Governo spera che si possa arrivare a un accordo tra imprese italiane e il gruppo francese. “Ci auguriamo – ha aggiunto il premier – che ci sia una proposta da parte degli imprenditori italiani per non portare a buon fine l’Opa e si possa stabilire un accordo con la partecipazione italiana insieme a Lactalis”.
A questo punto, sorgono davvero molto dubbi: è fine delle ostilità? La reazione della cordata italiana capeggiata da Intesa SanPaolo lancerà un’opa o invece lascerà le cose così come stanno? L’incontro e i sorrisi di Sarkozy hanno spento definitivamente la battaglia tra italiani e francesi, salutata comunque con ottimismo dagli analisti, in quanto segnale di movimento dei mercati?
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Queste qui sotto le dichiarazioni degli analisti nella giornata di ieri, a seguito della notizia sull’Opa e prima delle dichiarazioni di Berlusconi-Sarkozy.
L’ultima parola, affermano intanto gli analisti, sarà alla fine data dal mercato: “Si tratta in ogni caso di un fattore positivo – sottolinea in una intervista a Class Cnbc Alessandro Frigerio, di Rmj Sgr – soprattutto per gli azionisti. E’ infatti molto probabile che il prezzo a 2,6 venga ritoccato al rialzo con l’arrivo di nuove offerte”.
Commenta la notizia anche Luca Arnaboldi, dello Studio Legale Carnarotti. “La cordata italiana si dovrà muovere con una contro-opa- sottolinea- e sarà il mercato, a questo punto, a decidere”: la situazione attuale è comunque un elemento positivo per il mercato, per i risparmiatori e anche per l’azienda “che finora si è concentrata più sul lato finanziario che non su quello aziendale”. Detto questo, nella sua nota, Lactlis ha affermato che la sede rimarrebbe in Italia.
Parla del caso Parmalat anche Patrizio Pazzaglia, di Bank Insinger de Beaufort, che sottolinea come “il tempo sia al momento tiranno” perchè la cordata italiana arrivi a una decisione: e in effetti il gruppo di banche guidate da Intesa SanPaolo appare al momento in una situazione di stallo.
Intervistato sempre da Class Cnbc, Paolo Manasse, professore all’Università Bocconi, sottolinea che “la Cassa depositi prestiti avrebbe potuto pensarci prima, la situazione sembra già compromessa. Cosa c’entra poi….In ogni caso in questo momento i mercati credono che la gestione francese apporterà beneficio agli azionisti”.