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E se il boom azionario del 2002-2006 fosse solo l’inizio di un movimento ben più ampio? Insomma, se i massimi fossero ancora parecchio lontani, come in grandi cicli precedenti? Ralph Acampora, un esperto che fonda le sue previsioni sullo studio dei grafici, pensa che non sia affatto un’ipotesi bislacca. Sostiene Acampora: «La vivace ascesa del 2006 presenta molte delle caratteristiche riscontrabili durante i primi passaggi di un’espansione pluriennale».
E non è il solo a pensarla in questo modo. Un’altra analista tecnica molto influente a Wall Streeet, Louise Yamada, rintraccia una forte analogia con precedenti epoche della storia finanziaria, in cui una fase di correzione a V (come quella del 2000-2006) ha fatto da trampolino a un successivo mercato rialzista di lungo termine.
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Tra gli esperti della disciplina vi è un ampio numero di professionisti che richiama questa similitudine. In effetti i grafici del Dow Jones nell’intervallo 1966-1982 e in quello 2000-2006 mostrano una spiccata affinità (vedere grafici in pagina). Il modello consiste in un protratto periodo di stabilizzazione dei prezzi che fa da ponte fra due accelerazioni vistose e durature. Ad esempio, la correzione del periodo 1966-1982 si pone in mezzo a due epoche di fortissimi guadagni: quello del dopoguerra e quello degli anni Ottanta e Novanta. Ugualmente significativo è il parallelo con la fase laterale vissuta dal mercato obbligazionario americano nell’arco di tempo 1986-1992. Anch’esso in mezzo a due età, diciamo «floride», proprio per il trend dei titoli del debito.
Se lo schema appena citato dovesse quindi prevalere, allora il ciclo 2000-2006 assumerebbe le caratteristiche di una fase superciclica di «consolidamento» (accompagnata dallo sgonfiamento di una bolla epocale) che potrebbe ora fare da volano per una nuova corsa in avanti delle Borse, all’interno di un «megatrend» pluriennale. Acampora lascia trapelare una certa fiducia, quantomeno per il 2007: «Storicamente – ricorda – il terzo anno del mandato presidenziale porta in dote un apprezzamento medio del 12,8% quando ci riferiamo al Dow Jones. E il 2007 è appunto un terzo anno. Inoltre, il circolo virtuoso che lega in questa fase l’Occidente all’Asia si manterrà stabile. Escludo, infatti, che i rapporti d’affari o anche diplomatici e politici, vengano messi in discussione prima delle Olimpiadi di Pechino del 2008, a cui i cinesi attribuiscono notevole valenza formale».
Se il modello grafico proietta una luce dsperanza, altrettanto incoraggianti appaiono le diverse tendenze sottostanti. Certamente entra nel novero dei fondamentali positivi l’ottima dinamica dei profitti. In aggiunta, le valutazioni tuttora storicamente «contenute» delle azioni, e l’apertura al mondo di schiere sterminate di lavoratori e insieme consumatori in Asia, Medio Oriente e Sud America. Inoltre, entra nel novero dei fondamentali persino la moltiplicazione del debito e della carta finanziaria. In altre parole, ciò che molti considerano un’ipoteca sul futuro delle Borse potrebbe invece essere una delle sue maggiori fonti di crescita. O almeno la pensa così la Bca Research, stimato ufficio studi indipendente con sede principale a Montreal, Canada.
«È un dato di fatto – spiegano – che l’ammontare totale delle passività è balzato negli Stati Uniti dal 140% del Pil nel 1980 a oltre il 300% nel 2006, ma esiste la possibilità che la percentuale si spinga molto più in alto prima di cadere sotto il suo stesso peso». «In effetti – commentano ancora alla Bca – già ai tempi della presidenza di Ronald Reagan si udiva il martellante richiamo da parte degli esperti e delle autorità all’esigenza di tagliare il debito in quanto giudicato insostenibile.
Tuttavia, l’esperienza ha dimostrato il contrario. Ha provato, cioè, che ogniqualvolta si è reso il denaro disponibile, si è potuto fare affidamento sul consumatore americano affinche lo spendesse». «Dunque – ed è la conclusione della Bca – il ciclo del debito non è affatto agli sgoccioli e il mare di liquidità continuerà a spingere le Borse». Fino a quando? Nessuno può rispondere. Ma forse è solo l’inizio di un megatrend. E nel frattempo, la cosa migliore è godersi i benefici.
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