ROMA (WSI) – Si attiva ufficialmente oggi, mercoledì 8 giugno, il nuovo bazooka della Bce di Mario Draghi, annunciato nella riunione dello scorso marzo, che andrà a potenziare il discusso programma del Quantitative easing (QE): l’acquisto di corporate bond emessi da società non finanziarie dell’ Eurozona.
Bce sta acquistando senior bond di una italiana
Nelle sale operative circolano diverse indiscrezioni sulle obbligazioni societarie che la Bce sta acquistando in queste ore. Alcuni trader hanno riferito a Reuters, per esempio, che nella lista di shopping dell’istituto, figurano almeno due senior bond di Generali sulle scadenze gennaio 2020 e settembre 2024. “Al momento abbiamo solo questa richiesta da Bankitalia, ma siamo solo all’inizio”, afferma a Reuters il primo operatore, che non cita l’emittente. Il secondo trader aggiunge: “Il movimento c’è, non è enorme ma comunque significativo per un senior”.
Sempre Reuters riporta che “a livello europeo, secondo quanto riporta il servizio Ifr di Thomson Reuters, gli acquisti dell’Eurosistema si stanno indirizzando, sempre sul secondario, oltre che sugli assicurativi anche sui titoli dei comparti utility e telefonico“. In particolare, la Bce avrebbe già iniziato ad acquistare bond con scadenza a cinque anni del settore delle utility.
Rumor di mercato: i bond comprati dalla Bce
Cnbc riporta in un suo articolo che alcune aziende che rientrano maggiormente nella categoria delle emittenti che potrebbero beneficiare degli acquisti della Bce – in quanto società non finanziarie, dotate dei più alti rating “investment grade” – includono EDF, AbInBev, Telefonica, Volkswagen, T-Mobile e Enel. Secondo gli analisti, i settori che beneficeranno maggiormente di questo programma includono le utility, i beni di consumo e le telecom”.
Il programma di acquisto di corporate bond è stato battezzato “Corporate Sector Purchase Program (CSPP) e, insieme ad altre misure come prestiti di lungo periodo a tassi ultra convenienti e acquisti di titoli governativi, si prepone l’obiettivo di rivitalizzare la tuttora anemica economia dell’Eurozona, e di risollevare l’inflazione.
In base ai suoi piani, la Bce acquisterà bond con rating investment grade denominati in euro, emessi da società che fanno parte dell’Eurozona.
Da un punto di vista operativo, il programma verrà messo in atto da sei banche centrali di sei nazioni, ovvero del Belgio, della Germania, della Spagna, della Francia, dell’Italia e della Finlandia. Sebbene ogni banca centrale sarà responsabile degli acquisti effettuati, tutto avverrà sotto la regia della Bce.
Così commenta Vincent Juvyns, strategist dei mercati globali di JP Morgan Asst Management in una email inviata a Cnbc:
“L’idea di includere negli acquisti i bond con rating investment grade è buona, in quanto la Bce ha sempre cercato di migliorare il meccanismo di trasmissione all’economia reale”. E, in questo modo, di fatto la Bce metterà i soldi esattamente dove servono: nelle tasche delle aziende.
I bond devono avere una scadenza minima rimanente di sei mesi e una massima di 30 anni, al momento dell’acquisto. Tuttavia, sempre stando a quanto riporta l’emittente americana Cnbc, un report di KBC Bank ha fatto notare che più del 55% dei bond in circolazione scade tra ora e la fine del 2021, il 74% scade tra ora e il 2023 e solo il 8% dei bond ha una scadenza superiore a dieci anni da ora, il che significa che la scadenza media dei bond che finiranno nel portafoglio CSPP sarà molto probabilmente inferiore ai cinque anni.
Ancora Juvyns di JP Morgan:
“In termini di dimensioni e velocità con cui la Bce potrebbe operare attraverso il CSPP, se si guarda all’intero mercato dei bond in Europa con rating investment-grade, si parla di un mercato da 1,6 trilioni di euro. Se si escludono le banche – i cui bond non sono oggetto di acquisto – che incidono per 500 miliardi di euro e se si escludono anche le obbligazioni subordinate e i bond non appartenenti all’Eurozona in base a quanto reso pubblico nel sito della Bce, si arriva a un mercato di un valore di circa 580 miliardi di euro che, stando a quanto ha affermato la Bce, potrebbe essere interessto da acquisti fino al 70% per ogni emissione”.
Un piano che mostra diversi elementi di segretezza
Gli investitori conosceranno il primo elenco che include i bond acquistati dalla Bce il prossimo 18 luglio. L’elenco verrà poi aggiornato ogni settimana.
Gli investitori non conosceranno tuttavia il nome delle società che hanno emesso le obbligazioni, ma accederanno attraverso l’elenco solo al dato International Securities Identification Number (Isin), attraverso cui potranno comunque risalire all’identità dell’azienda.
Non verranno date indicazioni neanche sulla quantità di obbligazioni acquistata, in base a una strategia improntata evidentemente sulla segretezza. Segretezza che tra l’altro deve essere osservata anche dalle società beneficiare del programma, che potranno rendere noto solo che la Bce ha acquistato titoli di un determinato settore, per esempio delle tlc, e dare informazioni sulla scadenza dei titoli.
La Bce finirà con l’acquistare anche azioni?
Intanto, alla domanda se questo sia un importante passo della Bce volto ad acquistare prima o poi anche titoli azionari, David Marsh, Managing Director e co-fondatore di OMFIF, afferma:
“Chiaramente c’è l’intenzione di riportare sul mercato europeo un maggiore appetito verso il rischio…un modo per dimostrarlo è che i prezzi dei corsi azionari rimarranno relativamente solidi”.
Mike Della Vedova, manager del T. Rowe Price European High Yield Bond Fund ha sottolineato inoltre che già dall’annuncio della Bce sugli acquisti di corporate bond, si è assistito a un cambiamento nelle dinamiche dei mercati, che ha visto protagonista una forte richiesta di obbligazioni, non solo con rating investment grade ma anche inferiori.
In particolare, hanno tratto vantaggio dalla crescita della domanda i corporate bond con rating CCC dei settori dell’energia, dei metalli e minerario. Questo, subito dopo l’annuncio di marzo.
Della Vedova ha poi precisato che nell’ultimo periodo a essere richiesti sono stati soprattutto i bond emessi dalle aziende con rating più alti e ciò è avvenuto “in linea con la nostra tesi, secondo cui la qualità del credito è il fattore determinante più importante della performance (dei bond) nel lungo periodo”.