Crescono a ritmo spedito, in scia al positivo momento dell’economia italiana, le aperture di nuove partite Iva nel secondo trimestre, in particolare al Nord e con un grande contributo del regime forfetario.
Secondo i dati diffusi dal ministero dell’Economia e delle Finanze, le nuove Partite Iva sono cresciute del 54,1% rispetto al secondo trimestre del 2020 fortemente segnato dalle restrizioni anti-Covid, per un totale di 147.153 nuove aperture.
Di queste 61.153 hanno aderito al regime forfetario, pari al 41,6% del totale delle nuove aperture, con un aumento del 36,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Le nuove aperture sono state operate soprattutto dalle persone fisiche (65,6%) con un incremento per questa categoria pari al 35% rispetto a un anno fa. Il 21,1% delle nuove Partite Iva è rappresentato invece da società di capitali, il 3% da società di persone; la quota dei “non residenti” (essenzialmente costituiti da società di commercio on-line) e quella delle “altre forme giuridiche”, rappresentano complessivamente oltre il 10% del totale delle nuove aperture.
Dove si concentrano le nuove Partite Iva
Riguardo alla ripartizione geografica, il 47,4% delle nuove aperture è localizzato al Nord (con un picco in Friuli e Veneto entrambe a +110%), il 20,3% al Centro e il 31,6% al Sud e Isole. II 24,8% dei nuovi avviamenti sono stati nel settore del commercio, seguito dalle attività professionali con il 16,2% e dall’agricoltura (11%).
L’effetto del lockdown nel 2020 si intravede nei settori che, quest’anno, sono stati contraddistinti dalle maggiori aperture di nuove Partite Iva, ovvero intrattenimento (+103%), commercio (+98,8%) e attività immobiliari (+90,4%).
Per quanto riguarda, infine, i profili delle persone fisiche, il Mef fa sapere che il 62,3% delle nuove aperture è stata operata da un uomo, il 47,5% da giovani fino ai 35 anni e il 17,7% da soggetti nati all’estero.