Lavoratori autonomi, liberi professionisti e imprese con fatturato fino a 5 milioni, una platea di 2,7 milioni di persone, che potrebbero trovare ristori con il nuovo decreto «Sostegno» che il Governo Draghi punta ad approvare nei prossimi giorni.
Secondo le indiscrezioni, il provvedimento, il primo targato Draghi nelle vesti di Premier, introdurrebbe quattro fasce di indennizzo con aliquote del 15, 20, 25 e 30% diversificate sulle differenti perdite di fatturato.
Partite Iva e autonomi: gli indennizzi
Nel dettaglio, la bozza del decreto prevede il riconoscimento di un indennizzo del 30% di fronte a un fatturato da 100 mila euro l’anno, il 25% con una perdita di fronte a un fatturato tra 101 mila euro e 400 mila euro l’anno, 20% se il fatturato si attesta tra i 401 mila e un mln di euro l’anno e il 15% se il fatturato oscilla tra 1 mln e i 5 mln di euro l’anno.
Per il riconoscimento dell’indennizzo però sembrerebbe superata l’indicazione del codice Ateco delle attività e potrebbe essere sufficiente quindi essere in possesso della partita Iva per poter avere accesso all’istanza dei ristori.
Inoltre, sembra che altro criterio che dovrebbe essere valutato per l’erogazione dei ristori è la dimostrazione del calo del fatturato. Sarà necessario in particolare autocertificare una perdita del 33% sulla media mensile del fatturato 2020 rispetto allo stesso periodo 2019.
Per quanto concerne le tempistiche, pare che i bonifici potrebbero cominciare ad essere accreditati dall’Agenzia delle entrate entro il 30 aprile.
Ipotesi credito di imposta
Ma sembra che in alternativa agli indennizzi, potrebbe essere previsto anche un credito d’imposta da utilizzare con la prossima dichiarazione dei redditi. A parlarne è stato il ministro allo Sviluppo Economico, Giancarlo Giorgetti, rispondendo a un question time in Aula alla Camera.
Il nuovo decreto sarà ispirato a una radicale semplificazione delle attuali procedure, superando lo schema normativo improntato sulla base del codice Ateco e favorendo l’automatismo dell’erogazione in tutti i casi in cui ciò risulta possibile, ed eventualmente prevedendo anche in modo opzionale la possibilità di compensazione in dichiarazione dei redditi.