“Propongo un momento di confronto sul programma attraverso la convocazione di un tavolo programmatico e anche un metodo per la scelta della leadership. Anche una consultazione. Ma è importate prima la costruzione di un nuovo centrosinistra largo e plurale. Immagino una convenzione di tutte le forze che si riconoscono nel progetto”, così ha tuonato uno dei tanti statisti in circolazione nel terzo millennio, al secolo Andrea ORLANDO.
Una nuova sfida per il centro sinistra dove le “primarie”, per contendersi la premiership all’interno del Partito democratico, sono auspicate a “colazione, pranzo e cena”.
Grande il nostro ORLANDO, il Dalai LAMA in salsa nazionale, quello che vuole andare d’accordo con tutti, il Grande “non alza muri ma costruisce ponti”.
La parola d’ordine è “unire”, ad ogni costo.
Ora si è messo in testa di fare un centro sinistra “largo e plurale”, in pratica non serve una linea di Partito, specialmente oggi che il leader, il Segretario del PD si chiama Matteo RENZI, già eletto ed acclamato dal 70% degli iscritti.
Largo e plurale ha detto più volte l’ex aspirante Segretario del PD, votato alla recente consultazione dal sempre verde ex Presidente della Repubblica Re Giorgio, dalla nostra amata Rosy BINDI che ha recentemente dichiarato, dopo una ventina di anni trascorsi in Parlamento, che nella vita ha altro di meglio da fare e qualche altro non meglio identificato nel condominio in cui abita: totale circa il 20% di consensi.
Ma l’ORLANDO non si rassegna, vuole “unire il centro sinistra”, ormai è diventata la missione della sua vita, fare il Ministro di Grazia e Giustizia è ormai diventato un secondo lavoro, a tempo perso!
Se poi, dopo aver aperto tavoli, e parlato, parlato, parlato ad oltranza anche fino all’abbandono per sfinimento senza concludere niente, non importa, l’importante è stare uniti e ben aggrappati alle poltrone.
Loro, gli “orlandiani”, sono fatti così, sono di animo buono, non sono cattivi anche se nella loro vita – politicamente s’intende – non sono avvezzi a prendere decisioni per risolvere i problemi, a metterci la faccia, hanno sempre fatto così negli ultimi trent’anni e a loro sta bene così: tirare a campare e tenersi la poltrona!
Recentemente, nel programma ½ ora della domenica pomeriggio dell’Annunziata, ho ascoltato l’allora candidato alla Segreteria PD e Ministro Andrea ORlANDO che fra l’altro ebbe a dire: “Dobbiamo recuperare le periferie che hanno abbandonato il nostro Partito”.
Da subito, d’impeto, ebbi modo di scrivere un articolo al nostro Dalai LAMA che il “Rammendo delle periferie”, nato da una grandissima intuizione del Senatore a vita e noto architetto di fama mondiale Renzo PIANO – iniziativa inedita nel panorama politico nazionale – ha visto lo stanziamento di 2,4 miliardi ad opera del Governo RENZI del quale lo stesso Ministro faceva parte (… non c’ero e se c’ero dormivo …).
Per tale ambizioso progetto, ad oggi, sono stati approvati 24 progetti esecutivi per una spesa di 500 milioni fra i quali l’abbattimento di quel mostro urbanistico conosciuto come “le vele di Scampia”.
ORLANDO è un Grande, anzi che dico, un Grandissimo.