ROMA (WSI) – Secondo alcune indiscrezioni, il premier Enrico Letta non starebbe dicendo tutta la verità, in quanto il tetto del 3% del rapporto deficit/Pil sarebbe stato già sforato, a dispetto dei richiami della Bce.
Quale sia la verità, il deficit italiano torna a preoccupare tutti, Confindustria compresa. Fulvio Conti, vicepresidente di Confindustria e capo del centro studi di Viale Astronomia, in una intervista rilasciata a “L’Economia Prima di Tutto” su Radio1 Rai, avverte: “Abbiamo bisogno che il tetto del 3% venga rispettato per dare credibilità al nostro piano di rilancio dell’economia. La ripresa ha bisogno di stabilità governativa e di altre misure di riforma strutturale, che ancora al momento non riesco a vedere”, dice Conti.
Il numero due di Confindustria afferma che “il governo è alla ricerca delle coperture per finanziare la riduzione dell’Imu, per non aumentare l’Iva, e non ha ancora trovato le risorse per fare l’operazione che per noi è più importante e immediata, quella relativa alla riduzione del cuneo fiscale.
Dunque questo rischio” di uno sforamento del tetto del 3% “c’è”, conclude il vicepresidente di Confindustria.
Conti mette in evidenza i rischi che l’economia italiana si troverebbe a fronteggiare con una crisi politica.
“Le stime del nostro centro studi sulla ripresa attesa a fine anno si basa sullo scenario che prevede la stabilità di governo, abbiamo bisogno di un governo forte per accoppiare misure urgenti di breve periodo con misure di largo respiro”.
Conti spiega che “stiamo camminando su un sentiero molto, molto stretto, dell’economia e dei conti pubblici: superare il tetto del 3% nel deficit/pil darebbe un maggior costo al sistema, in termini di spread e di tassi di interesse, e creerebbe condizioni che ci impedirebbero di tornare a crescere, come invece con un po’ di volontarismo stiamo immaginando di fare per l’anno prossimo”, conclude.