Patrimoniale sì, patrimoniale no. Si riaccende in Italia la discussione sulla tassa pensata per colpire i grandi patrimoni. A riascendere la miccia, questa volta, ci ha pensato Elsa Fornero, economista ed ex ministra del Lavoro durante il governo Monti. Ieri, dalle colonne del quotidiano la Stampa, Fornero ha spiegato come una nuova patrimoniale potrebbe dare una mano alla soluzione di una serie di problemi che tengono a freno l’economia italiana: a partire dal debito pubblico sostenuto. Una tassa sugli immobili potrebbe, sempre ad avviso della Fornero, dare contribuire alla riduzione le disuguaglianze sociali.
Perché una patrimoniale?
“Ci possono essere molte buone ragioni per le quali il nostro Paese potrebbe considerare un’imposta patrimoniale, e infatti molti Paesi europei ce l’hanno”, si legge sul quotidiano La Stampa. “Le ragioni alla base, spesso abbinate, sono principalmente due: serie difficoltà nella finanza pubblica e gravi iniquità sociali“, ha aggiunto , sottolineando poi che “Un debito pubblico elevato deriva da anni in cui i governi in carica, anziché tassare i cittadini per i benefici loro forniti, rinviano al futuro, e perciò alle generazioni giovani e a quelle che seguiranno, parte delle imposte che servono a finanziare la spesa pubblica corrente”.
L’ex ministro ha sottolineato inoltre come “l’assenza di crescita e una impressionante serie di shock negli ultimi decenni non hanno impedito che, mentre la povertà si estendeva, una parte molto minoritaria del paese aumentasse la propria quota di ricchezza”.
La proposta
Entrando nel dettaglio della proposta, Fornero ha spiegato che si potrebbe quindi “stabilire un imponibile minimo piuttosto elevato o limitare l’imposta al momento della trasmissione ereditaria, così come la si potrebbe usare per alleggerire l’imposizione sul reddito da lavoro o evitare un aumento netto della pressione fiscale”. In altre parole, l’idea dell’ex ministra è che la nuova tassa si potrebbe applicare al patrimonio immobiliare solo di chi ha proprietà molto ampie.
Patrimoniale: tra polemiche e plausi
La proposta della Fornero, come prevedibile, ha sollevato un polverone. Tra i più critici è Matteo Salvini. Per il leader della Lega, “di ricette disastrose di questa signora l’Italia ne ha già avute abbastanza. Giù le mani dalle case e dai risparmi degli italiani”.
Parere contrario arriva anche dal settore immobiliare. Il presidente di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa ha affermato che l’Imu (attualmente in vigore sulle seconde case e introdotta nel 2011 proprio da Fornero) è “la più pesante patrimoniale sugli immobili della storia d’Italia”, e che “risolvere i problemi aumentando le tasse non è mai una buona idea. Farlo accanendosi contro il risparmio immobiliare degli italiani è un’idea pessima”.
Spaziani Testa ha poi aggiunto: “Dalla sua istituzione da parte dell’Esecutivo Monti l’Imu ha pesato su individui, famiglie e imprese per ben 270 miliardi di euro.
Il patrimonio immobiliare delle famiglie italiane
Ma quanto ammonta il valore del patrimonio immobiliare italiano? Secondo le ultime stime sulla ricchezza elaborate dall’Istat, a fine del 2021 la ricchezza netta delle famiglie italiane ammontava a 10.422 miliardi di euro (+ 3% in termini nominali rispetto all’anno precedente), in lieve riduzione in rapporto al reddito lordo disponibile (da 8,71 a 8,66).
Le attività reali (6.186 miliardi di euro) sono aumentate dello 0,3% a prezzi correnti (+16 miliardi), soprattutto per effetto delle abitazioni (+0,4%; +23 miliardi), il cui valore ha registrato una crescita per la prima volta dal 2012. Complessivamente il valore delle abitazioni è risultato pari a 5.184 miliardi a fronte dei 651 miliardi degli immobili non residenziali.