Uno studio firmato da sei economisti del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità la cui fama è legata ai piani di austerità inflitti in Grecia, ha messo in discussione una delle regole auree fissate nel Trattato di Maastricht: l’obiettivo di convergenza dei debiti pubblici nel patto di stabilità al 60% del Pil.
Dopo la crisi Covid, come avevamo visto in questo approfondimento, i livelli di debito sono saliti ovunque nell’Eurozona, sollecitando riflessioni sugli oneri andrebbero a finire sulle spalle degli Stati una volta rientrate in vigore le attuali regole fiscali Ue.
Patto di stabilità, basta austerity
Secondo gli economisti del fondo Salva-stati, guidato dal “falco” Klaus Regling, il livello di debito sostenibile potrebbe essere innalzato al 100% del Pil. Del resto, a definire la sostenibilità del debito non è solo il suo livello sul Pil, ma anche il tasso di crescita e quello d’interesse. Quest’ultimo, grazie al contributo della Bce, è destinato a rimanere piuttosto basso nei prossimi anni e non metterà in questione più di tanto la sostenibilità dei debiti pubblici, anche se sono ben oltre il 60% sul Pil.
Secondo il noto commentatore economico del Corriere, Federico Fubini, la pubblicazione di questo studio da parte del Mes sarebbe un chiaro indirizzo per il nascente governo tedesco a guida socialista (con Verdi e liberali). “[Klaus Regling] probabilmente sta cercando di anticipare il consolidarsi di un accordo di governo a Berlino che sia troppo rigido su questo tema e ostacoli poi una revisione ragionevole [delle regole europee] con gli altri governi a Bruxelles l’anno prossimo”, ha scritto Fubini, “per ora infatti socialdemocratici, verdi e liberali tedeschi pensano solo a mettere fuori bilancio alcuni investimenti – soprattutto quelli per l’ambiente – lasciando però le regole europee sostanzialmente intatte. La proposta di Regling ribalta questa strategia minimalista che circola a Berlino”.
Già alcune settimane fa, ampiamente prima che il dibattito sulla riforma della governance Ue fosse ufficialmente riaperto il 19 ottobre, i Paesi “frugali” avevano messo in chiaro che avrebbero supportato solo una revisione “light” del Patto di Stabilità: più semplicità sì, più flessibilità no.
La proposta del Mes sembra ben più aperta a venire incontro alle istanze dei Paesi mediterranei, invece. Si propone non solo di innalzare la soglia del debito, ma anche l’obbligo di ridurre il divario di 1/20 ogni anno – una regola che imporrebbe costantemente l’accumulazione di notevoli avanzi di bilancio. “Per ridurre il debito nelle fasi positive, ogni governo dovrebbe mantenere un certo surplus di bilancio prima di pagare gli interessi”, ha riassunto Fubini, “e dovrebbe anche lasciar crescere la spesa pubblica meno di quanto cresca l’economia”. Probabilmente non si entrerà nel vivo dei negoziati prima che il nuovo governo tedesco non sarà entrato in carica