Non solo le pressioni dall’estero, il presidente Usa, Donald Trump, deve affrontare un pressing crescente da parte di alcuni membri del partito repubblicano, che chiedono all’inquilino della Casa Bianca di ammordire le sue posizioni sui dazi su alluminio (10%) e acciaio (25%) annunciati la scorsa settimana.
Un passo in questa direzione lo ha fatto ieri Paul Ryan, speaker repubblicano alla Camera, che auspica uno stop al piano di imporre pesanti dazi sulle importazioni di alluminio e acciaio.
“Siamo estremamente preoccupati delle conseguenze di una guerra commerciale e sollecitiamo la Casa Bianca a non andare avanti con questo piano” ha detto la sua portavoce, AshLee Strong, attraverso un comunicato.“La nuova riforma fiscale ha dato slancio all’economia e non vogliamo certamente mettere a rischio questi rialzi” ha aggiunto.
Parlando dallo Studio Ovale, Trump non ha dato segni di volerlo fare (per il momento). Il leader Usa aveva inoltre legato il destino delle tariffe verso Canada e Messico a quelle dei negoziati relativi al Nafta, l’accordo di libero scambio oggetto di trattative.
Da Città del Messico, dove ieri si è concluso il settimo round di negoziati, gli Usa hanno usato toni moderatamente concilianti sull’andamento delle trattative: Robert Lighthizer, il rappresentante degli Usa, ha spiegato che con solo sei dei 33 potenziali capitoli chiusi fino ad ora, i progressi sono stati più lenti del previsto ma ha anche detto che “se c’è la volontà politica, sono certo che ci sia una strada verso un completamento rapido e di successo”.
Il tempo però stringe visto che in Messico si terranno le elezioni presidenziali a luglio e in Usa quelle di metà mandato a novembre. Il ministro messicano dell’economia ha escluso di fare concessioni sul Nafta per evitare i dazi da cui vuole che la sua nazione sia esonerata. Il Canada è tornato a definire “inaccettabili” le tariffe ventilate da Trump.
Intanto l’Unione Europea ha minacciato ritorsioni. Un’eventuale misura del genere da parte del blocco europeo – fanno sapere gli esperti – rischia di violare le norme dell’Organizzazione Mondiale del Commercio e finirebbe per esacerbare il conflitto commerciale. La Commissione Ue ha presentato ieri agli Stati membri un elenco di più di 100 prodotti Usa da 2,8 miliardi di euro complessivi, come le moto del marchio di culto Harley Davidson, su cui sarebbero imposti dei dazi. Secondo Cecilia Malmström, la commissaria Ue al Commercio, i piani di ritorsione sarebbero “completamente legali”, anche perché Bruxelles intende calibrare le misure in modo da agire nei limiti delle regole dell’Organizzazione Mondiale del Commercio.