ROMA (WSI) – Per la prima volta anche il partito al governo riconosce che l’Italia continua a fare gli interessi dell’Ue e degli altri paesi e che le cose possono solo peggiorare. Il tutto mentre l’economia è un disastro e l’unica via d’uscita, vista la mancanza di investimenti, è un intervento dello Stato.
È il pensiero espresso dal deputato del Pd Alfredo D’Attorre, in una rara ma necessaria ventata di realismo da parte delle élite, che si spera possa risvegliare l’Italia dal sonno profondo.
“La politica economica del governo, al di là della bravura comunicativa di Renzi, si muove sostanzialmente in continuità con le scelte del governo Monti e con le direttive dell’Europa, Bruxelles”.
In quest’ottica il Pd ha una linea che fa gli interessi di altri paesi e che “va contro l’interesse nazionale e che è destinata a peggiorare ancora”.
Rispettando le imposizioni dell’Ue il governo Renzi sta facendo gli interessi di altri paesi nonostante il fallimento delle politiche di austerità, dice D’Attorre, secondo cui ora si può sperare in una ripresa economica soltanto con investimenti pubblici.
Che le politiche di austerity non hanno funzionato ormai lo dice anche il Fondo Monetario Internazionale: “le risorse si creano se si riavvia un ciclo economico con investimenti anche pubblici e con un intervento della mano pubblica”.
Sulla tanto lodata riforma del lavoro D’Attorre la pensa diversamente da autorità europee, agenzie di rating e analisti, confessando che l’effetto che avrà il Jobs Act sarà quello di creare più precarietà e ridurre gli stipendi dei lavoratori.
“Il Jobs Act produrrà più flessibilità e precarietà nel lavoro e il vero motivo per cui è stato fatto e imposto da Draghi a Renzi è per recuperare produttività abbassando i salari”.
È il fenomeno della cosiddetta “deflazione salariale”, in un paese che non può concorrere con questa moneta forte. “È stato già fatto in Portogallo, Spagna e Grecia”, ricorda D’Attorre.
“Noi nel Def abbiamo scritto che la disoccupazione non scenderà sotto il 12%, come obiettivo quasi dichiarato del governo”.
(DaC)