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PD: governo di due anni, altrimenti niente riforme

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ROMA (WSI) – «Berlusconi dovrebbe garantire una stabilità di due anni al governo, solo così si potranno varare le riforme» e bisogna evitare di «trasformare il presidenzialismo in una bandiera, altrimenti non si va lontano».

Piuttosto – spiega Guglielmo Epifani in una intervista alla Stampa oggi in edicola – la cosa urgente è cambiare la legge elettorale per evitare di «ritrovarci col porcellum se le cose dovessero precipitare».

Il segretario del Pd non crede che gli scossoni alla stabilità possano derivare dal suo partito, anche se venisse eletto segretario Matteo Renzi «di sicuro non farebbe mai cadere il governo, anzi»; e il Pd ritroverà una «identità forte» con un congresso costruito in modo da far tramontare «l’eccessivo peso che hanno avuto fin qui le correnti».

Quanto al pressing di Berlusconi e del Pdl per adottare un modello istituzionale presidenzialista, «il problema è che bisogna fare le cose per bene. Questa discussione sul semipresidenzialismo sta diventando una bandiera per tifoserie – sostiene Epifani -. Non si affrontano così problemi delicati».

La sua preferenza? «Una soluzione nel solco della tradizione italiana, accentuando i poteri del capo del governo», ma si potrebbe anche «virare su una forma di semipresidenzialismo, più innovativa, ma che richiede un numero di interventi amplissimo su oltre trenta articoli della Costituzione». Un percorso, insomma, che secondo il leader del Pd richiede almeno due anni di stabilità.

L’esecutivo durerà per tutta la legislatura, ma se non si faranno le riforme entro 18 mesi, il premier Enrico Letta lascerà. Lo ha assicurato lo stesso presidente del Consiglio ospite ieri di ‘Otto e mezzo’. Quanto durerà il governo di Enrico Letta? “Quattro anni e 10 mesi, da qui fino a fine legislatura”, risponde il premier . Così ottimista, chiede Lilli Gruber? “Perchè no?”, replica il premier.

Riguardo alla riforma della legge elettorale “è la prima riforma” che sarebbe necessaria, ma bisogna disegnare anche il nuovo quadro istituzionale. Per questo “stiamo correndo” sulle riforme, affinchè “non si voterà più con il Porcellum. Anche se questo l’hanno detto tutti”, ha detto il presidente del Consiglio.

Quindi, il premier, ribadisce che lascerà il suo incarico se non si faranno le riforme entro 18 mesi: “Diciotto mesi è il limite che io ho posto, dicendo che ne trarrò le conseguenze: considererò conclusa l’esperienza del mio governo, su questo non ho alcun dubbio”.

Rispondendo alla domanda se vedrebbe bene il sindaco di Firenze alla guida del Pd, Letta, afferma: “Sono un amico e un tifoso di Matteo Renzi. Il segretario lo potrebbe fare bene, non ho dubbi. E aggiungo, come lo sta facendo bene anche Epifani”. (Agenzie)