Dopo che Matteo Renzi ha forzato la mano imponendo ai suoi di non accettare di negoziare con il MoVimento 5 Stelle per la formazione di un governo – sulla base di un ragionamento molto semplice, ovvero che un partito che perde alle elezioni non può governare – la tensione all’interno del Partito Democratico è altissima.
Dopo l’uscita del segretario uscente del PD a ‘Che tempo che fa’, il leader reggente, Maurizio Martina, è andato all’attacco. “Ritengo ciò che è accaduto in queste ore grave, nel metodo e nel merito. Così un partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società”. “Servirà una discussione franca e senza equivoci perché è impossibile guidare un partito in queste condizioni e per quanto mi riguarda la collegialità è sempre un valore, non un problema”, aggiunge.
“In queste ore – afferma Martina – stiamo vivendo una situazione politica generale di estrema delicatezza. Per il rispetto che ho della comunità del Partito Democratico (PD) porterò il mio punto di vista alla Direzione Nazionale di giovedì che evidentemente ha già un altro ordine del giorno rispetto alle ragioni della sua convocazione. Servirà una discussione franca e senza equivoci perché è impossibile guidare un partito in queste condizioni e per quanto mi riguarda la collegialità è sempre un valore, non un problema”.
“Ritengo ciò che è accaduto in queste ore grave – aggiunge – nel metodo e nel merito. Così un Partito rischia solo l’estinzione e un distacco sempre più marcato con i cittadini e la società; si smarrisce l’impegno per il cambiamento e non si aiuta il Paese. Per questo continuo a pensare che il PD abbia innanzitutto bisogno di una vera ripartenza su basi nuove”, conclude Martina.
All’attacco anche il ministro per i Beni Culturali Dario Franceschini che su Twitter critica aspramente la chiusura di Renzi, soprattuto nel metodo.
È arrivato nel PD il tempo di fare chiarezza. Dalle sue dimissioni Renzi si è trasformato in un Signornò, disertando ogni discussione collegiale e smontando quello che il suo partito stava cercando di costruire. Un vero leader rispetta una comunità anche quando non la guida più.
— Dario Franceschini (@dariofrance) April 30, 2018
Intanto dopo i rifiuti di Salvini e di Renzi a scendere a patti, Luigi Di Maio, in un video su Facebook propone al leader della Lega e candidato premier del centro destra di chiedere al presidente della Repubblica Sergio Mattarella di andare a votare a giugno, mentre Silvio Berlusconi, dopo la vittoria del centro destra nella Regione Friuli Venezia Giulia ribadisce l’ipotesi di un governo di centrodestra.