(9Colonne)- Roma, 12 lug – La Stampa pubblica un colloquio con Rosy Bindi, la quale teme “che il Pd nasca contro il governo” e conferma la sua candidatura: “Offro un’altra possibilità rispetto a Veltroni, mi distingue il mio impegno nel sociale”. Dice Bindi: “Si cominci con lo spiegare, per esempio, quando, perché e in quale sede è stato deciso che in ticket con Veltroni ci sia Dario Franceschini, che è mio amico e che stimo: ma mi chiedo perché serva un ticket oggi, visto che l’avevamo abbandonato già nel 2001 con la candidatura di Rutelli e poi di nuovo l’anno scorso, con quella di Prodi”. Pur spiegando di ammirare Veltroni “che è il leader giusto per fare ciò di cui questo Paese ha bisogno: unirlo con serenità”, l’esponente della Margherita nota che “io ho chiesto solo regole che non scoraggiassero altre candidature e quindi più partecipazione da parte della gente. Gliel’ho detto all’inizio: capisco tutto e c’è poco da fare i finti ingenui – spiega- . Ds e Margherita hanno equilibri e organigrammi da far quadrare a Roma e rappresentanze locali da garantire. Però c’è modo e modo. E questo sistema delle liste nazionali legate necessariamente a un candidato segretario – e viceversa, naturalmente – non mi convince”. Respinta dal Comitato dei 45 la sua proposta di doppia scheda, la Bindi nota tuttavia che “più ostative saranno le regole, più ho voglia di candidarmi. E se sarà così, farò una campagna per segnalare il pericolo maggiore che aleggia sopra di noi: che il Partito democratico nasca – come qualcuno forse vorrebbe – contro il governo, e che Veltroni finisca per diventare il nemico numero uno di Prodi”. Il ministro sottolinea quindi con soddisfazione il fatto che la sua candidatura non sia intesa come quella “della donna” oppure come la candidatura “cattolica” di cui il Partito democratico avrebbe bisogno: “Uno studio condotto tra i potenziali elettori alle primarie rileva che la caratteristica che mi distinguerebbe sarebbe il mio impegno nel sociale, per le questioni che riguardano – insomma – direttamente la vita della gente: bene, è un giudizio nel quale mi riconosco in pieno”.
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