ROMA (WSI) – Non solo non si concretizza l’ottismo del ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni e del premier Enrico Letta, ma la situazione, in Italia, peggiora.
La stima sul prodotto interno lordo dell’Italia, relativa al secondo trimestre dell’anno e diffusa dall’Istat, parla di un prodotto interno lordo corretto per effetti di calendario e destagionalizzato, in calo -0,3% su base trimestrale e -2,1% su base annua. Questo, a fronte della stima preliminare dello scorso 6 agosto, secondo cui la flessione del Pil era stata -2%.
La variazione acquisita del Pil per l’anno 2013 è di un calo -1,8%. Leggi La verità sull’Economia italiana: tutti i dati che non potete non sapere.
Scomponendo il Pil, si mette in evidenza come a scendere siano stati i principali aggregati della domanda interna (consumi finali nazionali e investimenti fissi lordi), diminuiti entrambi dello 0,3%; dalla domanda estera arriva un apporto positivo con le esportazioni +1,2%. Importazioni -0,3%.
Il governo Letta potrà anche continuare a raccontare la favola della ripresa, ma gli italiani sono anche stanchi di sentire le sue litanie su ciò che avrebbe fatto. D’altronde, la Casta si tiene ben presto i propri privilegi, mentre il paese annaspa. L’ultima prova del nove arriva dal dato relativo alle vendite al dettaglio, che sono scivolate a giugno del 3% su base annua, scendendo -0,2% rispetto al mese precedente.
Di ripresa parla anche il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che, in un intervento alla Farnesina nell’ambito del Council of Councils Regional Conference organizzato dallo IAI, sottolinea che la ripresa “è ora a portata di mano” ma i tempi restano ancora “molto incerti” e i rischi al ribasso possono aggravarsi dall’instabilità politica.
“I segnali indicano che la recessione sta volgendo al termine”, si legge in un passaggio dell’intervento, “ma i tempi e la forza della ripresa sono ancora molto incerti”. “I rischi al ribasso aumentano per i timori degli investitori circa una possibile instabilità politica”, ha aggiunto ancora Visco.
La ripresa “è ora a portata di mano”, ha concluso,” ma i rischi al ribasso rimangono significativi” e “se vogliamo cogliere questa opportunità non possiamo vanificare i nostri sforzi”.