Non solo giovani in cerca di lavoro. Ora anche i pensionati se ne vanno all’estero. Mentre cresce l’attesa per decisione della Corte Costituzionale, in calendario oggi, sulla rivalutazione delle pensioni, dopo il blocco del 2012-2013 e la parziale restituzione del 2015, secondo i dati dello Spi-Cgil sono sempre più numerosi gli italiani che decidono lasciare l’Italia a caccia di sole ma soprattutto di un fisco più generoso.
Un fenomeno crescente – che interessa soprattutto gli ex insegnanti, secondo i dati dello Spi-Cgil– nato in un contesto che vede il 25,7% con un assegno mensile inferiore ai 500 euro; circa il 40 con un vitalizio tra i 500 e i mille euro; il 23,5 percepisce tra i mille e i 2 mila euro; il 3,2% oltre i 3 mila. E sul quale l’Inps ha acceso un faro.
Secondo un’inchiesta pubblicata ieri dal Corriere della Sera, a Tenerife nel solo 2017 si sono trasferiti 217 pensionati italiani. Il vantaggio fiscale è in media del 5% e il costo della vita è decisamente più basso: con 10 euro si cena al ristorante, per una casa in affitto si spendono 400 euro.
Tra le mete preferite dagli italiani anche Portogallo: nel 2017, 300 pensionati italiani vi hanno trasferito la residenza. Intanto l’Inps prepara un piano per attirare in Italia i pensionati dei Paesi nordici
“Penso a qualcosa da costruire con i nostri Comuni delle zone interne. Creare delle senior house con una buona copertura di servizi medici per accogliere i nuovi arrivati” ha detto Tito Boeri, presidente dell’INPS, al Corriere della Sera. E gli incentivi fiscali? “Si può vedere. Magari validi solo per tre anni. Se ci organizziamo possiamo essere competitivi”.
Torniamo alla Consulta, quest’ultima oggi dovrà pronunciarsi sulla congruità della rivalutazione delle pensioni sopra i 1.450 euro disposta con la manovra 2015 con cui il governo Renzi aveva risposto alla precedente sentenza della stessa Consulta che aveva bocciato lo stop all’adeguamento degli assegni 2012-2013 disposto col «Salva Italia».