Mentre si scaldano i motori per la riforma previdenziale che dovrebbe arrivare nella legge di bilancio 2022 il cui cantiere è ufficialmente aperto, sono tante le proposte avanzate per il dopo Quota 100 che finirà la sua sperimentazione il 31 dicembre di quest’anno.
Fa discutere la proposta sulla pensione anticipata avanzata da un tecnico, Carlo Cottarelli, che dal suo profilo Twitter scrive:
Secondo l’Istat, i nati in Italia nel 2021 scenderanno sotto i 400K. Con pochi figli ci saranno meno lavoratori a produrre ciò che è necessario per gli anziani, obbligando questi a ritardare il pensionamento. Servirebbe un meccanismo premiante: chi fa figli vada in pensione prima.
Pensione anticipata e calo demografico
L’allarme sul calo demografico era stato lanciato qualche giorno fa dal presidente dell’Istat, Gian Carlo Blangiardo secondo cui chiuderemo l’anno con 400mila nati in meno.
E’ la prima volta che si registra un calo del genere in un Paese che conta circa 60 milioni di abitanti. Per fare un paragone – sottolinea Blangiardo – negli anni ’60 eravamo attorno a un milione di nuove nascite, mentre qualche decennio dopo eravamo sulle 800mila. Se non c’è ricambio, un Paese perde vitalità e di conseguenza si ferma”.
Il calo demografico riguarda, a quanto pare, sia italiani che stranieri. A partire dall’inizio del secolo c’è stata infatti una crescita di nuovi nati stranieri che toccato il picco nel 2012 con 80mila neonati. Poi, è iniziata la discesa e si è arrivati ai poco meno dei 60mila nuovi nati del 2020. “Segno che anche gli stranieri di fronte ai problemi – continua il demografo – hanno ridimensionato la loro prole. Oggi si mira più alla ‘qualità’ che alla quantità, ma la qualità richiede risorse e strutture che e non sempre ci sono”.
Un tweet quello di Carlo Cottarelli che, come previsto, ha scatenato numerose critiche. Sui social c’è chi scrive:
«Allora io che non ho figli voglio un premio perché inquino di meno di uno che ha figli, meno pannolini inquinanti, ecc…». E ancora «E se i suoi figli vanno a lavorare all’estero o sono disoccupati gli togliamo il diritto di pensione anticipata?». «E io che sono single? No assegni familiari, no mutuo agevolato, pago le stesse tasse e vado in pensione dopo?».
Su VanityFair, Cottarelli spiega meglio la sua proposta.
Ovviamente è una provocazione, perché non c’è un dettaglio su come fare questa cosa, ma è importante far capire che dietro al problema delle pensioni c’è il fatto che la gente non fa più figli. Se si continua così, tra 30-40 anni, diventa un problema ancora più serio. È inutile dire che nella propria vita lavorativa si sono pagati i contributi se non si fanno figli… «Nel Piano nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) sono già state previste risorse per gli asili nidi e l’assegno unico e forse bisogna fare ancora di più, aumentare il deficit oggi per un beneficio che arriverà domani. Bisogna usare tutto quello che abbiamo a disposizione. Certo l’immigrazione potrebbe servire, ma sappiamo che crea non poche tensioni sociali (…)
Nella vita ci sono tante ingiustizie, dovremo sistemare anche quelle, ma resta il fatto che se non si fanno figli il problema diventerà sempre più grave e la pagheremo tutti. Quest’anno la stima è di 400mila nuovi nati, nel 1954, quando sono nato io, erano oltre i 900mila. “Eppur si muove” diceva Galileo al tribunale dell’Inquisizione al termine della sua abiura dell’eliocentrismo: allora la gente era arrabbiatissima con lui, ma mi sembra che non avesse torto».
Carlo Cottarelli: chi è
Nato a Cremona del 1954, Carlo Cottarelli è un economista e editorialista italiano ed ex direttore del Fondo Monetario Internazionale. Il 28 maggio 2018 è stato nominato Presidente del Consiglio incaricato dal Presidente Sergio Mattarella, al fine di guidare un governo ad interim che avrebbe portato l’Italia verso nuove elezioni. Tuttavia, dopo pochi giorni, il Movimento Cinque Stelle e la Lega raggiunsero un accordo e si formò un nuovo governo, guidato da Giuseppe Conte.
In precedenza il nome di Cottarelli venne fatto nel novembre 2013 dall’allora premier Enrico Letta come commissario straordinario per la revisione della spesa pubblica. Un anno dopo, il 1º novembre 2014, su nomina del Governo Renzi, è diventato direttore esecutivo nel Board del Fondo Monetario Internazionale.
Per questo motivo il 30 ottobre del 2014 ha lasciato l’incarico di commissario alla revisione della spesa. Dal 30 ottobre 2017 è direttore dell’Osservatorio sui Conti Pubblici Italiani dell’Università Cattolica di Milano ed è anche professore visitatore presso l’Università Bocconi di Milano, dove tiene un corso di Fiscal Macroeconomics.