Economia

Pensione anticipata: tutte le soluzioni sul tavolo del governo

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Mentre si avvicina la fine della fase di sperimentazione di quota 100, ovvero lo scivolo per la pensione anticipata operativo per il triennio 2019-2021, che abbassa il requisito anagrafico per uscire dal mondo del lavoro a 62 anni, si continua a discutere sui possibili correttivi da introdurre a partire da da gennaio 2022.

In assenza di interventi tornerà in vigore la regola che vuole per la pensione di vecchiaia il raggiungimento dei 67 anni e per quella anticipata almeno 42 anni e 10 mesi di contributi (41 anni e 10 mesi per le donne).

Pensione anticipata: la proposta di Tridico

Tra le proposte di cui si è parlato negli ultimi mesi, spicca quella del Presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, che ha presentato una propria soluzione per l’abbassamento dell’età pensionabile, ossia per consentire a chi lo volesse di anticipare l’accesso alla pensione già a 63 anni.

Tutto questo senza gravare sulle casse dello Stato. Come?

Il Presidente dell’Inps ha pensato a un meccanismo di erogazione della pensione in due parti, che prevede l’ anticipo della sola quota contributiva della pensione a 63 anni, rimanendo ferma a 67 la quota retributiva.

Un meccanismo del genere andrebbe risponderebbe al duplice intento: da una parte andare incontro all’esigenza di chi vuole anticipare l’accesso alla pensione; dall’altra permetterebbe allo Stato di attuare una riforma delle pensioni a costi contenuti.

Secondo le stime dell’Inps, infatti, una tale proposta avrebbe un costo iniziale di 443 milioni l’anno, per arrivare al massimo a 2 miliardi di euro.

Altra soluzione, economicamente svantaggiosa per i pensionati, ma che non tuttavia andrebbe a gravare sull’interessato, è quella che prevede un’uscita flessibile dal lavoro, ma solo con tagli o penalizzazioni sull’assegno. Se con la soluzione Tridico la persona accetta di percepire un assegno d’importo limitato solo fino a quando non compirà i 67 anni, nel secondo caso l’assegno verrebbe tagliato fin da subito e per sempre.

Pensione in anticipo con la RITA

Mentre il governo sta studiando una misura alternativa a quota 100, per chi volesse andare in pensione ottenendo l’anticipo di una rendita sulla futura pensione integrativa, dal 2018 è possibile usufruire della cosiddetta RITA, la Rendita integrativa temporanea anticipata.

Si tratta in pratica dell’anticipo di una parte o del totale del capitale che negli anni si è accumulato presso un fondo pensione, oppure attraverso forme pensionistiche complementari e avviene in maniera frazionata (mensile, bimestrale o al massimo trimestrale). Accompagnerà il lavoratore fino al raggiungimento dell’età anagrafica per la pensione vera e propria.

Possono ottenerla chi ha cessato l’attività lavorativa, ha versato almeno 20 anni di contributi, è iscritto da almeno 5 anni alle forme pensionistiche complementari. Nel dettaglio:

  • a 57 anni i lavoratori al momento disoccupati o inoccupati purché iscritti ad una delle forme pensionistiche complementari in regime di contribuzione e si trovino a 10 anni dal pensionamento;
  • a 62 anni, se mancano 5 anni alla pensione di vecchiaia.