È il sogno di molti quello di andare in pensione prima dei 60 anni. Nella realtà un’opzione destinata a pochi. In Italia la regola al momento è 67 anni di età e almeno 20 anni di contributi.
Tuttavia qualcuno dire in anticipo addio al lavoro, purché rientri nelle seguenti categorie: opzione donna, lavoratori precoci, isopensione e Rita. Vediamole nel dettaglio.
Opzione donna
L’opzione donna è un regime agevolato che consente alle donne lavoratrici in possesso di determinati requisiti e condizioni, di accedere alla pensione anticipata.
È rivolto alle lavoratrici dipendenti che hanno compiuto 58 anni di età e quelle autonome che hanno compiuto 59 anni di età nel 2019, e al contempo hanno raggiunto i 35 anni di contributi.
Questa categoria può andare in pensione dopo aver fatto trascorrere una finestra mobile di 12 mesi (dipendenti) o 18 mesi (autonome). Di fatto dunque il primo assegno lo si riceve non prima dei 59 anni o dei 60 anni e 6 mesi di età.
Lavoratori precoci
Se una persona ha lavorato, e versato contributi, per almeno 12 mesi prima di compiere i 19 anni di età, per il sistema previdenziale è un lavoratore precoce.
E se rientra anche in una delle 4 categorie di persone ritenute meritevoli di tutela, può andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età.
Isopensione
Dire addio al lavoro già a 60 anni di età o con 36 anni e 4 mesi di contributi (un anno in meno per le donne) è possibile con l’isopensione, che garantisce un assegno ponte da quando si concorda l’uscita dall’azienda fino alla maturazione dei requisiti previdenziali di vecchiaia o per il trattamento anticipato.
In questo caso, l’azienda esodante deve corrispondere con oneri interamente a suo carico, un assegno ai lavoratori di importo equivalente alla pensione (da qui il nome “Isopensione”) per l’intero periodo di esodo.
RITA
Tra le opzioni troviamo la cosiddetta RITA, ossia la rendita integrativa temporanea anticipata, che consente l’erogazione di un reddito in attesa di raggiungere l’età pensionabile, ricorrendo al capitale accumulato dal lavoro nei fondi di previdenza complementare.
La regola generale prevede che al momento della domanda si abbiano almeno 20 anni di contributi versati e 62 anni di età. Tuttavia è possibile anticipare l’accesso a 57 anni, a patto di avere almeno 5 anni di iscrizione alle forme pensionistiche complementari e di essere disoccupati da non meno di 24 mesi.
In attesa di conoscere i provvedimenti che sostituiranno Quota 100 scopri le principali ipotesi allo studio per lasciate il lavoro a 62 anni. Leggi l’articolo.