Economia

Pensione di garanzia per i giovani: la proposta della Cgil

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Carriere intermittenti, precarietà, stipendi bassi che si riflettono inevitabilmente sul profilo contributivo sono le caratteristiche principali dei giovani di oggi il cui futuro previdenziale oggi è più buio che mai.
Da qui la Cgil ha avanzato una proposta di pensione di garanzia che metterà sul tavolo di confronto con il governo Draghi.

Ma cosa si intende per pensione di garanzia?

“La pensione di garanzia non è un sussidio, non è un regalo, non deve andare a tutti, ma solo a chi ne ha bisogno”, spiega Ezio Cigna, responsabile previdenza della Cgil. “Serve ora per incentivare chi lavora a stare in regola e per avere un domani dignitoso. Poi certo molte cose vanno ripensate, a partire dalle soglie di accesso del 2,8 e 1,5”.

Lo spiega Repubblica secondo cui l’elaborazione della Cgil, anche grazie al contributo dell’economista Michele Reitano, è di “integrare tutte le pensioni future che non arrivano a una soglia tipo o benchmark, elaborata secondo alcune ipotesi (ad esempio a partire dal 60% di un reddito medio). L’integrazione a carico dei conti pubblici – scatterebbe solo al raggiungimento dei requisiti di legge per uscire (età più contributi o solo contributi)”.

Ma le soglie di accesso (2,8 e 1,5 volte l’assegno sociale) fino a quando non saranno cambiate spingeranno molti a poter chiedere la pensione di garanzia solo da over 70 o con molti contributi accumulati (44-45 anni) da redditi poveri, come per i tanti part-time involontari delle donne o per una vita di lavoretti. Nella proposta della Cgil si darebbe poi una valorizzazione contributiva anche a una parte dei “buchi” accumulati nel tempo: per studio, formazione, politiche attive, maternità, congedi per cura, salti tra un contrattino e un altro.