Inizia a prendere forma la pensione anticipata flessibile per il 2023: stiamo parlando di Quota 103, prevista direttamente dalla Legge di Bilancio 2023. Dal 1° gennaio i lavoratori dipendenti avranno la possibilità di andare in quiescenza al compimento dei 62 anni con 41 anni di contributi.
È bene ricordare, comunque, che i diretti interessati, fino a quando non saranno in possesso dei requisiti standard – ossia i 67 anni – percepiranno un assegno previdenziale che non potrà, in nessun caso, superare cinque volte il trattamento minimo.
Pensione, ecco cosa cambia
La Legge di Bilancio dedica ampio spazio al tema delle pensioni: si passa, infatti, dall’Ape Sociale fino ad Opzione Donna. Quest’ultima, tra l’altro, è oggetto di un importante ritocco. Vengono, inoltre, stabiliti nuovi criteri per procedere alla rivalutazione delle pensioni minime.
Ad attrarre maggiormente l’attenzione dei lavoratori, però, è senza dubbio Quota 103, che permetterà di andare in pensione con 62 anni e 41 di contributi. Si tratta, in altre parole, di una sorta di Quota 41 con alcune modifiche.
Ma come funzionerà nel dettaglio questa nuova misura? A spiegarlo è stata la stessa Giorgia Meloni, Presidente del Consiglio, che nel corso della conferenza stampa di presentazione della Manovra ha affermato che “chi decide di entrare in questa finestra, fino a maturazione dei requisiti, non potrà prendere una pensione superiore a cinque volte la minima”. In altre parole questo significa che, quanti hanno intenzione di andare in pensione tra i 62 ed i 67 anni, riceveranno un assegno previdenziale che non potrà superare un determinato limite.
Quota 103 ha un altro limite: fino a quando non vengono maturati i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia, non è cumulabile con i redditi da lavoro dipendente o autonomo. L’unica eccezione è rappresentata da quelli derivanti da lavoro autonomo occasionale, che devono, comunque, rimanere al disotto dei 5.000 euro lordi l’anno.
Un premio per chi rimane al lavoro
Chi dovesse decidere, invece, di non andare in pensione e volesse rimanere al lavoro – anche se è in possesso dei requisiti per l’anticipata – riceverà un bonus. Questa sorta di premio è costituita da un esonero contributivo del 10%, che permette un aumento dello stipendio della stessa misura.
La Manovra contiene anche la proroga dell’Ape Sociale e di Opzione Donna, anche se in quest’ultimo caso sono state introdotte alcune modifiche. Sostanzialmente, quindi, viene confermata la pensione per i lavori usuranti, disoccupati, invalidi e caregivers.
Per quanto riguarda Opzione Donna, invece, è importante segnalare che le lavoratrici avranno la possibilità di andare in pensione con 35 anni di contributi. Devono, però, accettare il calcolo contributivo dell’assegno previdenziale, nei seguenti casi:
- a 58 anni d’età per donne con due o più figli;
- a 59 anni con un figlio;
- a 60 anni negli altri casi.
Sicuramente queste novità sono particolarmente interessanti per i lavoratori. Giorgia Meloni ha comunque ribadito che l’obiettivo dell’esecutivo è quello di procedere verso una nuova riforma delle pensioni, che sarà completata entro la fine del prossimo anno. Le misure che vengono introdotte cone la Legge di Bilancio 2023 sono transitorie, perché, in questo momento, i tempi sono troppo stretti per completare una riforma previdenziale.