Negli Stati Uniti gli appartenenti alla generazione X, i nati tra il 1965 e il 1980, rappresentano un quinto della popolazione. Saranno i prossimi quindi ad andare in pensione ma, secondo un rapporto USA, la loro situazione economica potrebbe dare loro molti grattacapi. Perché come attesta il report del National Institute on Retirement Security, molti appartenenti alla Gen X non stanno accumulando abbastanza risparmi per mantenere un buon tenore di vita quando andranno in pensione.
Nello specifico, solo il 14% degli intervistati, nati appunto tra il 1965 e il 1980, ha un piano pensionistico ben definito. E se i più anziani della Gen X, e quindi più vicini alla pensione, sono quelli che hanno accumulato abbastanza risparmi, la stessa cosa non si può dire dei più giovani, i quali hanno risparmiato solo poche migliaia di dollari. L’importo medio che le famiglie della generazione X hanno in risparmi pensionistici è infatti di soli 40.000 dollari.
La situazione in Italia: Millennials e Gen Z hanno più difficoltà a risparmiare
Come in America esiste un allarme pensione, anche in Italia la la situazione non è rosea. Secondo le ultime disposizioni del Governo, nel 2023 si andrà in pensione di vecchiaia con almeno 20 anni di contributi e 67 anni di età. Il requisito anagrafico resterà invariato fino al 31 dicembre 2024, per via della pandemia che ha aumentato la mortalità e resi nulli i due adeguamenti previsti per il primo gennaio 2021 e il primo gennaio 2023.
Tuttavia, ci sono preoccupazioni significative riguardo al risparmio in Italia. L’Osservatorio Changing World di Nomisma ha fornito un quadro pessimistico: nel corso dell’ultimo anno, il 54% degli italiani ha visto una riduzione significativa o addirittura drastica della loro capacità di risparmio. Questa situazione è così critica che uno su quattro spende tutto ciò che guadagna, mentre il 26% delle famiglie teme di non farcela ad arrivare a fine mese. La guerra, l’incremento dei costi dell’energia e l’accelerazione dell’inflazione hanno amplificato l’incertezza post-pandemia e hanno fatto percepire agli italiani una significativa diminuzione del loro potere d’acquisto. L’indagine è svolta su un campione rappresentativo di cittadini tra i 18 e i 65 anni.
Parlando di fasce d’età, invece, chi fa più fatica a risparmiare sono i Millennials (i nati tra il 1980 e il 1996) e i Gen Z (quelli tra il 1997 e il 2012). Nel febbraio 2022, il 54% dei giovani millennial e il 46% dei membri della generazione Z ha affermato che i loro risparmi di emergenza sono diminuiti rispetto al 2020, secondo un sondaggio condotto da Bankrate. Il 46% dei partecipanti della generazione Z ha dichiarato che i loro risparmi di emergenza nel 2022 erano inferiori rispetto all’inizio della pandemia, mentre il 43% dei millennial ha fatto la stessa osservazione sui propri risparmi. In confronto, circa il 37% dei membri della generazione X ha riferito di una diminuzione dei propri risparmi durante la pandemia, insieme al solo 27% dei baby boomer.
Quanto risparmiare ad ogni età
Sallie L. Krawcheck, co-fondatrice e CEO della società di consulenza finanziaria Ellevest, ha delineato un piano di risparmio per diverse età della vita, con particolare attenzione alle esigenze delle donne.
- A 20 anni, consiglia di iniziare a familiarizzare con il risparmio, ripagare i debiti, creare un fondo d’emergenza equivalente a sei-otto mensilità e negoziare un salario adeguato.
- A 30 anni, l’obiettivo di risparmio dovrebbe essere la metà o l’intero stipendio annuo. Si dovrebbe investire in obiettivi importanti come la famiglia, l’istruzione e le imprese, e mantenere le competenze attraverso il volontariato o l’esternalizzazione delle attività domestiche.
- A 40 anni, si dovrebbe mirare a risparmiare tre anni di stipendio, concentrarsi sulla pensione e considerare l’acquisto di polizze vita e disabilità. Aggiornare le competenze è anche consigliato per cercare un aumento di stipendio.
- A 50 anni, l’obiettivo di risparmio dovrebbe essere di 4-6 anni di stipendio, con una pianificazione per le cure a lungo termine e l’exploration di nuove opportunità di carriera.
Krawcheck sottolinea l’importanza di risparmiare il prima possibile e di investire nel lungo termine per sfruttare al meglio il potenziale di crescita del capitale. Le cifre fornite sono linee guida generali e possono variare a seconda delle esigenze individuali.
Piano pensione giovani del Governo, che fine ha fatto?
Il Governo una proposta per aiutare i giovani a preparare loro un piano pensionistico l’ha fatta; a giugno di quest’anno era stato presentato un piano per garantire una copertura pensionistica adeguata ai giovani che hanno carriere lavorative intermittenti e contribuiscono al sistema pensionistico. Questo piano sarebbe stato discusso con i sindacati prima dell’approvazione della manovra autunnale, fissata al 10 ottobre. Ad oggi non si sa se questa discussione sia avvenuta oppure no.
È probabile che la nuova riforma delle pensioni non venga attuata prima del 2025, a causa delle limitate risorse a disposizione del governo e delle crescenti spese pensionistiche. Tuttavia, nel prossimo anno sono previsti interventi e discussioni con le parti sociali, specialmente i sindacati. Il governo sta cercando di sviluppare un piano per garantire ai giovani con carriere lavorative basate su contributi una copertura pensionistica adeguata, probabilmente includendo misure come il riscatto agevolato dei titoli di laurea e incentivi fiscali per l’adesione a fondi pensione complementari.
Fondi pensione, ancora troppi pochi giovani iscritti
Un grosso problema che c’è in Italia è che sono ancora tanti i giovani che non si interessano alla pensione e a fondi pensionistici. Secondo gli ultimi dati di giugno della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (Covip), solo il 18,8% dei partecipanti ai fondi pensione complementari ha meno di 35 anni, mentre il 48,9% rientra nella fascia d’età centrale (35-54 anni) e il 32,3% ha almeno 55 anni. L’età media degli iscritti è aumentata negli ultimi cinque anni da 46,1 a 47 anni. La Covip ha notato un cambiamento nell’età dei partecipanti, con una crescita minima nella classe più giovane (sotto i 35 anni).
Inoltre, la relazione della Covip ha evidenziato differenze nell’età media di accesso a fondi pensione complementari tra lavoratori dipendenti e autonomi, con un aumento significativo per questi ultimi (da 49,6 a 52 anni). Solo il 7% dei lavoratori autonomi iscritti ha meno di 35 anni, mentre il 45% ha oltre 55 anni.