NEW YORK (WSI) – Raggiungere il “numero magico”, ovvero l’età pensionabile, non basta per assicurarsi il reddito necessario per soddisfare i propri bisogni. Questa è solo una delle false credenze diffuse tra gli investitori, soprattutto di quelli che sono vicino alla pensione o sono già pensionati.
Lo ha sottolineato in una nota Thomas Schneider, Managing Director Sud Europa e Responsabile per l’Italia di Russell Investments, secondo cui “bisognerebbe focalizzarsi su un altro parametro come il Funded Ratio, che considera sia le attività, sia le passività di un investitore. Le passività devono tenere in considerazione i costi previsti per il futuro sulla base degli obiettivi di spesa, dell’età, della situazione familiare, delle aspettative sull’inflazione”.
Altra leggenda, secondo Schneider è quella che aumentare l’esposizione azionaria possa aiutare le finanze dei risparmiatori in pensione. “Molti investitori ignorano l’aumento della volatilità che ne può derivare e che può portare a un rischio di sostenibilità per i loro portafogli. Ritengo che i consulenti potrebbero utilizzare delle proiezioni con vari livelli di reddito postpensionamento al variare di diverse asset allocation. In questo modo potrebbero aiutare maggiormente i loro clienti a scegliere un portafoglio che si adatti alle loro abitudini di spesa e al rischio che sono disposti ad accettare”.
Terzo e ultimo mito da sfatare è quello secondo il quale i pensionati non dovrebbero mai intaccare il loro capitale. Molti investitori credono che dovrebbero spendere solo interessi e dividendi senza mai intaccare il proprio “gruzzoletto”. “Noi consigliamo agli investitori di focalizzarsi sul total return del portafoglio (che include interessi, dividendi e apprezzamento del capitale) per costruire e pianificare la propria sicurezza finanziaria post-pensionamento, senza preoccuparsi di intaccare il capitale se hanno necessità di farlo”. (mt)