ROMA (WSI) – Ora anche Bankitalia dice la sua in tema di pensioni e chiede al governo che non si tocchi l’aumento a 67 anni dal 2019. A parlare è Luigi Federico Signorini, vicedirettore generale di via Nazionale, in audizione sulla legge di bilancio alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.
“Nel lungo periodo la sostenibilità delle finanze pubbliche poggia, in larga misura, sulle riforme pensionistiche introdotte in passato, che assicurano una dinamica della spesa gestibile nonostante l’invecchiamento della popolazione. E’ importante non fare passi indietro. La necessità di mantenere, preservare, difendere l’equilibrio pensionistico di lungo periodo è una priorità assoluta. Questo non vuol dire che non ci possano essere aggiustamenti su singoli casi ma l’importante è preservare la stabilità complessiva”.
Banca d’Italia condivide le priorità date dal governo nella legge di bilancio al lavoro giovanile, al rinnovo del contratto dei dipendenti pubblici e agli incentivi a favore degli investimenti delle imprese, giudicando tutte e tre le misure ragionevoli.
Sulle coperture della legge di bilancio, derivanti dalla lotta all’evasione fiscale da una parte e sulla sterilizzazione dell’Iva dall’altra, avverte palazzo Koch che ci son dei rischi.
“È ragionevole, sulla base dell’esperienza attendersi effetti positivi dalle misure di contrasto all’evasione. Tuttavia la stima di tali effetti resta per forza di cose incerta. Basare una quota significativa delle coperture su tali introiti, come avviene per gli anni successivi al 2018, comporta un elemento di rischio (…) come in passato si è scelto di non cancellare definitivamente le clausole di salvaguardia, ma di farlo solo per 1 anno. Esse riducono di fatto l’orizzonte di programmazione della politica di bilancio. Idealmente l’adozione, al loro posto, di provvedimenti percepiti come permanenti ridurrebbe l’incertezza tanto sui saldi della finanza pubblica quanto sulle forme di tassazione”.