Economia

Pensioni: Ape debutta a maggio, un flop assicurato

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ROMA (WSI) – A rischio flop l’Ape, l’anticipo pensionistico che debutterà il 1° maggio e che dovrebbe mettere una pezza agli errori causati dalla riforma pensioni Fornero, l’ex ministro del lavoro sotto il governo Monti che ha allungato l’età pensionabile.

A causare il rischio fallimento per l’Ape è da una parte il calendario dei lavori, troppo rigido visto che mancano all’appello ancora tre decreti attuativi, l’accordo con le banche che dovranno concedere il’prestito, il parere del Consiglio di Stato, la registrazione alla Corte dei Conti e la circolare dell’Inps che ne disciplini l’iter. Il tutto entro il 1 maggio sembra alquanto improbabile.

Dall’altra parte lo stesso meccanismo per chiedere la pensione anticipata appare abbastanza complicato sia per la versione social che per quella volontaria.

L’Ape social, che dovrà essere gratuita per alcune categorie di soggetti, ha paletti molto stressi. Possono chiederla infatti solo i disoccupati, coloro che assistono un parente disabile, gli invalidi almeno al 74% (con 30 anni di contributi) o chi ha svolto un lavoro pesante, incluso in 11 categorie specifiche, almeno negli ultimi 6 anni in modo continuativo (e 36 anni di contributi). In tal modo si tagliano fuori quasi tutti gli edili e i marittimi, come denuncia dalle pagine di Repubblica la Cgil.

Altro problema che riguarda l’Ape social è la lista di attesa che appare discontinua.

“Chi fa domanda dal primo maggio (se l’Ape non slitta) al 30 giugno riceve l’assegno il primo ottobre o al massimo il primo novembre (con gli arretrati) secondo una classifica, con in testa i pensionandi più vecchi d’età. Le domande che arrivano dopo, dal 30 giugno sino a fine novembre, potrebbero essere respinte, se i 300 milioni stanziati dal governo (e studiati per 35 mila richieste) finissero. E comunque avrebbero l’Ape solo nel 2018 inoltrato”.

Ma anche l’Ape volontaria, prevista per dipendenti pubblici e privati con almeno 20 anni di anzianità contributiva e 63 anni di età, presenta problematiche non da poco. In primo luogo perchè la domanda che si deve inoltrare per avere la pensione anticipata in realtà è una e trina:

“di fatto è una triplice richiesta: di finanziamento alla banca, di assicurazione del prestito, di pensionamento posticipato“.

A ciò si aggiunge il fatto che il prestito concesso dalle banche ha un costo che non può essere sottovalutato con tassi in salita.

“Il tasso ipotizzato a settembre è già salito: non più 2,5% ma 2,75%. Interesse che si paga sulla cifra anticipata dalla banca che è la somma di tre componenti. Primo, la quota di pensione che si vuole anticipare (il 90% del futuro assegno se l’anticipo è di 1 anno, ma solo il 75% se si anticipa il massimo, cioè 43 mesi). Secondo, il premio assicurativo (il 29% dell’anticipo). Terzo, una fee pari allo 0,08% annuo, una commissione di accesso al fondo di garanzia statale da 70 milioni che interviene quando il pensionato non paga più le rate o muore oppure l’assicurazione fallisce. Insomma, l’Ape costa”.