Economia

Pensioni, Ape. Trattative per evitare indebitamento eccessivo con banche

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Il governo e i sindacati continueranno a riunire alcuni tavoli tecnici informali per mettere a punto alcune delle novità in arrivo sulla pensione anticipata, prima di riprendere i contatti ufficiali dopo la prima metà di agosto. Numerosi ancora i nodi da sciogliere, a partire dall’Anticipo pensionistico (Ape) attraverso il quale il lavoratore potrà, attraverso un prestito bancario, anticipare fino a tre anni il proprio ritiro e ripagare nel corso di vent’anni tale prestito attraverso una decurtazione dall’assegno pensionistico.

Al fine di ridurre la penalizzazione cui il pensionato andrebbe incontro con questo meccanismo si sta calibrando l’entità del contributo che lo Stato dovrebbe applicare sul rimborso del prestito, attraverso detrazioni fiscali, che dovrebbero favorire in primo luogo i disoccupati di lungo corso e i lavoratori in condizioni particolarmente disagiate.

Restano ancora da chiarire poi i costi del premio-assicurativo contro il rischio di morte anticipata (premorienza) rispetto al rimborso del prestito e le possibili ricadute sulla legge Fornero. Costo stimato dell’Ape per le casse pubbliche sarebbe tra i 500 e i 700.

Ulteriore opzione sotto esame per la pensione anticipata è la Rendita integrativa temporanea anticipata (Rita) che consentirebbe agli over 63 che dispongono di una pensione integrativa di incassarne una parte per contribuire a ridurre il prestito pensionistico-bancario necessario al raggiungimento della pensione anticipata: in tal modo la parte detratta dall’assegno si farebbe molto più leggera.
Governo e sindacati, poi, concordano sulla necessità di allargare la soglia non soggetta tassazione (no tax area) dei pensionati a più elevati livelli di reddito (costo stimato 300-700 milioni a seconda dell’entità); riduzione dei costi delle ricongiunzioni; l’ampliamento dei lavori considerati come “usuranti” e le possibilità di pensionamento anticipato per i cosiddetti lavoratori “precoci”.