A marzo assegni più ricchi per i pensionati. E’ l’Inps a rendere noto che sarà erogata la rivalutazione e gli arretrati per le pensioni superiori a 2.101,52 euro (pari a quattro volte il minimo).
Per tutti gli altri pensionati, nel mese di marzo 2023, l’Inps procederà ad attribuire la perequazione in percentuale in base all’importo annuale in pagamento, come previsto dall’art. 1 comma 309 della legge di bilancio. Nel mese di marzo, conclude la nota dell’Inps, saranno inoltre posti in pagamento anche gli arretrati riferiti ai mesi di gennaio e febbraio 2023.
Rivalutazione pensioni 2023: come funziona
La rivalutazione delle pensioni è definita ufficialmente come perequazione. Si tratta di uno strumento previsto direttamente dalla legge per tutelare i pensionati: la perequazione serve ad adeguare l’importo degli assegni previdenziali e dei vari trattamenti assistenziali, che sono erogati periodicamente dallo Stato alle persone che sono in possesso di alcuni requisiti.
Da quest’anno gli assegni previdenziali sono adeguati all’inflazione o, più correttamente, al costo della vita, come è stata rilevata nel corso degli ultimi 12 mesi. Entrando nello specifico, la rivalutazione avviene:
- al 100% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali inferiori a quattro volte il trattamento minimo;
- al 90% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali compresi tra le quattro e le cinque volte il trattamento minimo;
- al 75% del tasso di rivalutazione per assegni previdenziali che superano le cinque volte il trattamento minimo;
Alla luce dello schema di indicizzazione delle pensione in vigore, gli assegni al minimo Inps (525 euro) godranno di un aumento mensile di 38 euro netti. Una cifra che salirà a 52 euro per chi riceve mille euro lordi mensili. Maggiore la rivalutazione per le pensioni da 1.500 euro lordi, che dovrebbe attestarsi intorno ai 110 euro lordi (75 euro netti), e per quelle da 2 mila euro (146 euro lordi che diventano 100 euro netti). Un trattamento da 2.500 euro lordi dovrebbe invece crescere ogni mese con altri 180 euro lordi, che diventano 111 netti, mentre una pensione da 4 mila euro dovrebbe essere rivalutata di oltre 260 euro lordi, che al netto sarebbero 150 euro netti mensili.
Per le casse dello Stato, questo si tradurrà, come indicato dal Ministro dell’Economia, di un aumento di 5,4 miliardi per il 2022, di 21,3 miliardi per il 2023, 18,5 miliardi nel 2024 e 7,4 miliardi nel 2025, per un totale di 50 miliardi calcolati sulla base degli attuali parametri relativi all’inflazione.