E’ boom per le domande di riscatto degli anni di laurea. Secondo i dati forniti a Il Sole 24 Ore dall’Inps sono in totale 67.680 le domande arrivate all’Inps da marzo a dicembre 2019 contro le 2320 del 2018. Introdotto dal precedente governo, il riscatto della laurea agevolato permette di usare gli anni universitari per la pensione pagando una quota ridotta, strumento attualmente riservato a chi non ha versato contributi prima del 1996.
Riscatto laurea agevolato: cosa significa
Il riscatto del corso di laurea – si legge sul sito dell’Inps – è un istituto che permette di valorizzare ai fini pensionistici il periodo del proprio corso di studi. Il riscatto di laurea è valido a condizione che l’interessato abbia conseguito il titolo di studio.
Il riscatto è agevolato perché chi ha studiato dopo il 1995 potrà chiedere, solo per gli anni di corso dal 1996 in avanti, di pagare a scelta il proprio riscatto alla cifra bloccata di 5.240 euro per ogni anno (importo valido fino al termine del 2019). Se per ogni anno di studio universitario è possibile pagare un importo pari a 5.241,30€, chi ha conseguito una laurea triennale, per riscattare i tre anni di studio, deve versare ben 15.723,90€, 26.206,50€ invece per i Dottori Magistrali.
Nel caso di disoccupati l’onere da versare ai fini contributivi è pari a 5.241,30€, mentre per chi ha già un lavoro i costi per riscattare la laurea salgono notevolmente.
Riscatto laurea agevolato: i numeri
Secondo quanto reso noto dall’Inps, da marzo a dicembre 2019 sono arrivate 28.587 domande per il riscatto ordinario e ben 34.623 per quello agevolato. Ad avanzare richiesta all’istituto nazionale di previdenza sociale soprattutto gli iscritti alla gestione privata, un esercito di circa 5mila istanze al mese, il triplo rispetto al 2018.
Dagli iscritti alla gestione pubblica invece arrivano circa mille domande al mese, numero raddoppiato rispetto al 2018.