MILANO (WSI) – Torna a farsi sentire l’ex ministro del lavoro Elsa Fornero che nel 2011, sotto il governo tecnico guidato da Mario Monti, allungò l’eta pensionabile per donne e uomini, al fine di pareggiare i conti italiani così come chiesto da Bruxelles.
E l’ex ministro parla proprio in occasione dello scontro in atto tra politica e governo per quanto riguarda l’aumento dell’età per andare in pensione a 67 anni dal 2019. In un’intervista a Repubblica la Fornero dice la sua, attirando ancora una volta le critiche.
“Il premier Paolo Gentiloni e il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan hanno fatto bene a impedire il blocco dell’aumento dell’età pensionabile perché è una scelta che risponde a un’esigenza di medio periodo nell’interesse generale, e non elettorale. Si è evitato di scaricare sui giovani il costo di un’operazione che avvantaggerebbe solo le generazioni più mature. (…) Solo dal 2012 tutte le pensioni sono pro rata calcolate con il metodo contributivo. Ci vorrà ancora una ventina d’anni perché le pensioni siano interamente contributive. Da allora in poi potranno scattare i meccanismi di flessibilità (…) Penso che sia una buona innovazione che può permettere a categorie sfortunate di non subire l’effetto dell’indicizzazione senza mettere a repentaglio la sostenibilità del sistema previdenziale. Un intervento sociale che per la prima volta realizza la separazione tra assistenza e previdenza”.
Contro chi fa notare che in tal modi si lasciano i più anziani al lavoro non liberando i posti per i giovani, l’ex ministro risponde:
“Il ragionamento va capovolto: vanno create le occasioni di lavoro, anche attraverso le politiche attive per il lavoro rispetto alle quali siamo a dir poco impreparati, e non pensare che al lavoro si acceda cacciando qualcun altro”.