Nei Paesi Bassi c’è il miglior sistema previdenziale. Al secondo posto, invece, troviamo l’Islanda e al terzo la Danimarca. L’Italia è in una posizione molto bassa, battuta dal Giappone. A scattare questa particolare fotografia ci hanno pensato Mercer e il CFA Institute hanno pubblicato il 15° Mercer CFA Institute Global Pension Index (MCGPI), l’indice annuale delle pensioni.
Questa particolare classifica dei vari sistemi previdenziali ha il merito di mettere in evidenza quale sia l’impatto dell’inflazione e dell’età della popolazione sul mondo delle pensioni. E permette di capire come stiano funzionando i vari sistemi previdenziali. Uno dei problemi principali, secondo Margaret Franklin, CFA, Presidente e CEO del CFA Institute, è legato all’età media della popolazione, che continua ad innalzarsi. Ma non solo: l’inflazione e l’aumento dei tassi hanno generato delle nuove dinamiche dei mercati, che metteranno sotto pressione i piani previdenziali.
Pensioni: dove sono stati raggiunti i numeri più alti
Il compito principale dell’indice è quello di individuare i migliori modelli previdenziali a livello mondiale. Per riuscire a stilare questa classifica vengono presi in esame tre fattori sui quali viene valutato il sistema previdenziale:
- adeguatezza;
- sostenibilità;
- integrità.
Quest’anno, però, all’interno del report è stata analizzato anche il potenziale dell’intelligenza artificiale: l’IA, infatti, può essere utilizzata per migliorare i sistemi previdenziali e di welfare, riuscendo, in questo modo, a garantire una migliore qualità di vita alle persone nel momento in cui andranno in pensione.
A realizzare il punteggio più alto all’interno del Quindicesimo Mercer CFA Institute Global Pension Index sono i Paesi Bassi, che ottengono il punteggio più alto dell’indice: 85,0. Seguono l’Islanda (83.5) e dalla Danimarca (81.3). L’Argentina, invece, ottiene il punteggio più basso: 42.3. L’Italia, purtroppo, si conferma in una posizione molto bassa, al di sotto della media europea in tutte e tre le dimensioni dell’indice (adeguatezza, sostenibilità ed integrità)
Facendo una media ponderata dei tre indici utilizzati, i sistemi previdenziali che hanno conseguito i valori più elevati sono il Portogallo per l’adeguatezza (86.7), l’Islanda per la sostenibilità (83.8) e la Finlandia per l’integrità (90.9). I sistemi con i punteggi più bassi per macro-categoria sono la Corea del Sud per l’adeguatezza (39.0), l’Austria per la sostenibilità (22.6) e le Filippine per l’integrità (25.7).
Cosa succede in Italia
Il sistema previdenziale italiano come si muove in questo contesto? Per quanto riguarda l’adeguatezza sono stati registrati degli evidenti progressi. I problemi maggiori, però, vengono registrati dal costante peggioramento del debito pubblico, il quale viene compensato da altri elementi. Tra questi ci sono la trasferibilità tra fondi pensione dei benefici maturati e un buon replacement ratio.
Migliora anche il punteggio della sostenibilità, dovuto principalmente all’aumento delle persone con un’età superiore a 50 anni che sono iscritte a delle forme di pensione complementari. Migliora sì, ma continua a rimanere al penultimo posto. A condizionare il nostro paese, in questo caso, sono principalmente:
- la crescita economica bassa;
- un elevato livello del debito pubblico;
- un’alta spesa governativa per le pensioni;
- un livello di adesione alla previdenza complementare ancora molto basso.
Il valore più alto per l’Italia è rappresentato dall’indice dell’integrità. in questo caso i fattori positivi sono rappresentati dalla presenza di un regolatore per i fondi pensione – stiamo pensando alla Covip -. È, invece, necessario fare di più per favorire l’adesione alle forme pensionistiche complementari.
L’età media a livello mondiale continua a innalzarsi in molti mercati, principalmente in quelli più maturi – spiega Margaret Franklin, CFA, Presidente e CEO del CFA Institute -. L’inflazione e l’aumento dei tassi di interesse hanno generato una nuova dinamica di mercato che sicuramente metterà sotto pressione i piani previdenziali. Infatti se da una parte molti piani pensionistici hanno realizzato consistenti perdite nel corso dello scorso anno, è da ritenere che sarà molto più difficile ottenere buoni rendimenti corretti per il rischio negli anni a venire. Le motivazioni si possono facilmente identificare con livelli di inflazione che resteranno alti per un considerevole arco temporale, i conseguenti alti tassi di interesse ed una crescita economica che comincia a mostrare debolezza. Osserviamo anche il crescente fenomeno di messa in discussione della globalizzazione, con il venir meno di questo importante elemento sia quale lubrificante del commercio internazionale che quale forza potente nel processo di contenimento dell’inflazione. Queste sono solo alcune delle problematiche sempre più complesse che devono affrontare i fondi pensione e che impattano in maniera significativa sui beneficiari delle pensioni. Le persone saranno chiamate ad avere un ruolo sempre più diretto e preponderante nelle decisioni riguardanti il loro futuro previdenziale. In qualità di professionisti dell’investimento, dobbiamo prepararle a questa prospettiva. Ogni anno l’indice funge da rappresentazione critica delle lacune ancora esistenti in molte giurisdizioni per assicurare il funzionamento ottimale dei piani pensionistici e garantire la sicurezza finanziaria a lungo termine dei beneficiari.