Una sostenibilità delle pensioni minata dal debito pubblico elevato, da una crescita bassa e da una partecipazione ancora relativamente bassa alla previdenza complementare ha affossato la posizione italiana nell’ultima classifica Mercer sui “migliori” sistemi pensionistici al mondo.
Pensioni, a rischio la sostenibilità del sistema
L’Italia è scivolata dalla posizione numero 29 alla 32, su un totale di 43 Paesi analizzati. La sostenibilità del sistema previdenziale è una delle tre dimensioni che compongono l’analisi della società di consulenza: le altre sono l’adeguatezza (il disegno complessivo del sistema) e l’integrità (livello di trasparenza e governance).
“La buona notizia è che il sistema pensionistico italiano ben si posiziona per adeguatezza e per integrità” commenta Marco Valerio Morelli, Amministratore Delegato di Mercer Italia e Presidente di Assoconsult, “l’adeguatezza si basa sulla flessibilità del sistema che consente, ad esempio la possibilità di trasferire la posizione pensionistica individuale da un fondo privato ad un altro. In merito alla dimensione ‘integrità’, l’Italia ha il valore più alto rispetto agli altri indici, grazie alla presenza di un solido sistema di regolamentazione del sistema pensionistico”.
Secondo Morelli penalizza la sostenibilità del sistema pensionistico italiano il fatto che sia ancora “molto basato sul primo pilastro, che è inserito nel bilancio dello Stato, mentre i sistemi più sostenibili sono quelli che hanno affiancato al primo pilastro sistemi di pensione complementare e individuale di secondo e terzo pilastro che rafforzano di gran lunga la capacità di percepire un’entrata sostenibile quando si esce dal mercato del lavoro”.
In Italia si osservano i contributi previdenziali obbligatori fra i più alti dell’area Ocse, cui corrispondono tassi di sostituzione attualmente elevati. E’ un sistema oneroso, ma anche più generoso rispetto alla media.
Il problema è che, nei prossimi anni, la capacità della pensione italiana pubblica, nel coprire il reddito pre-pensione, sarà sempre più ristretta. Ciò richiede un’attenta pianificazione, in particolare da parte dei più giovani.
A dominare la classifica di Mercer sono i Paesi dell’Europa del Nord: svetta l’Islanda, seguita da Paesi Bassi, Danimarca, Israele, Norvegia, Australia, Finlandia, Svezia, Regno Unito e Singapore, Svizzera, Canada, Irlanda, Germania, Nuova Zelanda, Cile, Belgio, Hong Kong SAR, Stati Uniti, Uruguay, Francia, Emirati Arabi Uniti, Malesia, Spagna, Colombia, Arabia Saudita.