ROMA (WSI) – Il governo Renzi sta lavorando su misure per esodati e contratti. Lo conferma il ministro del Lavoro Poletti. C’è “un’ipotesi di flessibilizzazione del pensionamento per chi perde il posto”, spiega a un videoforum a Repubblica.it e si pensa a “una soluzione per tutti gli esodati”.
Poletti annuncia anche un confronto con Commissioni Lavoro e Inps. Sul Jobs Act, questo potrebbe essere operativo nei primi 6 mesi del 2015, se il Parlamento sarà veloce.
“Vogliamo riscrivere l’intero codice, il contratto a termine deve costare il 10% in più dell’indeterminato”. “I contratti a termine stanno nella legge delega perché abbiamo un’idea di riforma radicale che riguarda gli ammortizzatori sociali e i servizi per l’impiego. Se il parlamento lavora, noi chiudiamo la partita in 6 mesi. Il parlamento può chiudere entro fine anno la parte che gli compete, e noi entro i primi mesi del 2015 faremo la nostra parte”.
La riforma dei contratti a termine “è una parte di un disegno, questo governo sa bene che il cambiamento profondo riguarda prima di tutto l’aspettativa per il futuro dell’economia. Gli interventi importanti sono il taglio delle tasse, gli interventi sulle scuole. Avere una regola che rende più tranquillo un imprenditore quando assume è una norma ‘accessoria’ che aiuta quell’imprenditore che, se accoglie il dato che l’economia italiana cambierà in positivo, allora sa che può assumere”.
“Noi – continua il ministro – non abbiamo un elenco dei contratti da eliminare. Avremmo bisogno di un contratto temporaneo, di un contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti – e questo è previsto -, le tipologie poi dovranno essere tra loro in equilibrio. Il tempo indeterminato deve costare di meno nella fase di avvio rispetto a quello determinato: oggi un contratto a termine costa l’1,4% in più di un indeterminato, se non arriviamo al 10% non è significativo. Bisogna dare al datore di lavoro la possibilità di scegliere: scelgo questo perché mi costa meno o quello perché mi lascia più libero”.
Infine, “ci dovrebbe essere una regola per cui ci sia un rapporto fra lo stipendio di un manager e quello di un lavoratore. Bisogna ricostruire un altro senso di equità, col meccanismo dei bonus abbiamo distrutto le imprese. Si tratta di errori strategici che bisogna evitare”.