Ancora non c’è nulla di ufficiale ma tutte le ipotesi fanno credere che anche per il mese di gennaio 2022, il pagamento delle pensioni sarà anticipato a causa dell’emergenza Covid. Le misure di anticipo riguarderebbe al solito coloro che ritirano i soldi in contanti presso gli uffici di Poste Italiane.
Pagamento pensioni: il possibile calendario di gennaio 2022
Se anche per il pagamento delle pensioni di gennaio 2022 si procederà in anticipo, i pagamenti saranno scaglionati su diversi giorni con i pensionati che dovranno recarsi presso gli uffici delle Poste Italiane a partire dalla fine del mese di dicembre.
Il calendario possibile per il pagamento delle pensioni del mese di gennaio 2022, basandoci su quanto già avvenuto nei mesi scorsi, a causa dell’emergenza sanitaria dovuta al Covid, potrebbe essere il seguente:
- lunedì 27 dicembre: pensione pagata per chi ha cognome con iniziali da A a C;
- martedì 28 dicembre: pensione pagata per chi ha cognome con iniziali da D a G;
- mercoledì 29 dicembre: pensione pagata per chi ha cognome con iniziali da H a M;
- giovedì 30 dicembre: pensione pagata per chi ha cognome con iniziali da N a R;
- venerdì 31 dicembre: pensione pagata per chi ha cognome con iniziali da S a Z.
Notizie ufficiali arriveranno solo dalla Protezione civile, INPS e Poste che potranno confermare il calendario di cui sopra. Si ricorda altresì che, per i cittadini di età pari o superiore a 75 anni e che riscuotono la pensione in contanti è ammesso richiederne la consegna presso il proprio domicilio. A tal fine occorre, tuttavia, che il pensionato stesso deleghi per il ritiro e la consegna i Carabinieri. Chi, invece, riceve la pensione direttamente sul conto corrente, la potrà vedere sul proprio saldo il primo giorno bancabile del mese, ovvero il 1° gennaio 2022.
Pensioni: aumenti in vigore dal 2022
L’assegno previdenziale relativo al mese di dicembre 2021 è più alto del solito per effetto della tredicesima e per alcune categorie di pensionati del cosiddetto bonus Natale. Detto ciò, per le pensioni non ci saranno aumenti significativi nel 2022 ma da gennaio scatteranno gli aggiornamenti delle rendite, sulla base dell’aumento del costo della vita.
“Una bella notizia per i pensionati: dall’1 gennaio 2022 ci sarà una rivalutazione delle pensioni dell’1,7%, riprendendo l’inflazione intercorsa’’.
Così il presidente dell’Inps, Pasquale Tridico, a margine della presentazione del contratto unico al Cnel.
Il tasso di inflazione provvisorio è contenuto nel decreto del Mef (Ministero dell’economia e finanze) del 17 novembre, pubblicato nella gazzetta ufficiale del 26 novembre. Il provvedimento, come di consueto, fissa in misura definitiva il tasso di adeguamento all’inflazione dei trattamenti pensionistici corrisposti nell’anno 2021 rispetto al 2020 ed indica, in via previsionale, l’adeguamento da applicare dal 1° gennaio 2022.
Per l’anno in corso, 2021, il decreto ministeriale conferma che le pensioni non hanno subito alcun adeguamento. Validando la previsione del novembre 2020, fissa all’1,7% il tasso di rivalutazione provvisoria da applicare dal 1° gennaio 2022. Tuttavia la rivalutazione dell’1,7% non sarà uguale per tutti, ma varierà a seconda della fascia di appartenenza di ciascun pensionato. Gli italiani che avranno l’adeguamento pensionistico sono più di 22 milioni e varierà in base alla fascia di reddito di ciascun pensionato. A inizio 2023, invece, si applicherà il valore definitivo che potrà essere uguale, più alto o più basso con contestuale conguaglio a favore o sfavore dei pensionati.
Come scrive ItaliaOggi, tornerà in vigore il sistema a scaglioni (ex legge 288/2000) che sarà a vantaggio dei pensionati perchè le decurtazioni del tasso di rivalutazione si applicheranno soltanto sulle quote di assegno che supereranno certe soglie.
In questo modo, le pensioni con importo fino a quattro volte il minimo (fino a 2.062 euro), subiranno l’incremento pieno dell’1,7%; quelle con un importo compreso tra quattro e cinque volte il minimo (tra 2.062 e 2.577 euro), riceveranno il 90% dell’1,7% (rivalutazione effettiva dell’1,53%), ma rimane comunque la rivalutazione piena (1,7%) dello scaglione fino a 2.062 euro; quelle che superano cinque volte il minimo, quindi oltre i 2.578 euro, avranno un incremento del 75% sull’1,7% (rivalutazione reale dell’1,275%). Anche qui, c’è la rivalutazione piena dello scaglione fino a 2.062 euro e l’1,53% della fascia compresa tra 2.062 e 2.578 euro.
E infine una buona notizia, per pochi ossia coloro che ricevono pensioni d’oro. In particolare le pensioni di importo più elevato (per il 2021 superiore a 100mila e 200 euro annui) non subiranno dunque più, dal 1° gennaio 2022, il taglio fisso in misura percentuale, attraverso l’applicazione di un contributo di solidarietà.