Economia

Pensioni, Quota 41 scompare dal Def. Ipotesi Quota 103

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I numeri del Def chiudono le possibilità per la tanto chiacchierata, misura cavallo di battaglia della Lega di Salvini, Quota 41. Si tratta della possibilità di andare in pensione con 41 anni di contributi a prescindere dall’età anagrafica. Secondo i numeri del Mef, il rapporto tra uscite pensionistiche e Pil, che solo cinque anni fa era al 15,2%, nel 2024 salirà al 16,2%.

In soli 5 anni la spesa per pensioni è passata dai 268,5 miliardi del 2018 ai 317,9 miliardi stimati per per il 2023. Dunque si tratta di 49 miliardi in più. L’impennata delle uscite pensionistiche, registrata nell’ultimo Documento di economia e finanza (Def) insieme ai ridotti spazi di spesa pubblica per qualsiasi tipo di interventi, obbliga il governo di Meloni ad allungare i tempi per la realizzazione della tanto attesa riforma previdenziale.

Quota 41 non é più una strada percorribile

La spesa elevata e le mancanza di risorse a disposizione del governo per nuovi interventi, allo stato attuale, rendono poco plausibile l’ipotesi di Quota 41, ventilata nei mesi scorsi da una parte della maggioranza. E così Quota 41, misura cavallo di battaglia della Lega, sparisce dal Def: per l’uscita anticipata dal lavoro con 41 anni di contributi, a prescindere dall’età anagrafica, al momento non ci sono le coperture. Ma questo resta comunque un progetto che il governo intende portare avanti entro fine legislatura. La ministra del Lavoro, Marina Calderone, ha lasciato chiaramente intendere che la riforma previdenziale sarà realizzata in tempi più lunghi di quelli originariamente previsti. Calderone comunque confida di far ripartire il “cantiere pensionistico” subito dopo l’estate del 2023.

Le ipotesi di proroga di Quota 103

E dunque non resta che implementare misure ponte, come avvenuto precedentemente con Quota 100 e Quota 102. E così si apre la strada per il 2024 a nuove misure temporanee. Tra le ipotesi più vicine, la proroga di Quota 103, per ora prevista in vigore fino al 31 dicembre 2023. Intanto, al ministero del Lavoro si guarda con attenzione alla possibilità di rafforzare il meccanismo della staffetta generazionale, con un maggiore utilizzo del part-time per i lavoratori in prossimità della pensione. Una soluzione che potrebbe rappresentare un primo passo in direzione della riforma che verrà, costi permettendo.