Economia

Pensioni: svizzeri dicono sì alla tredicesima, no all’aumento età pensionabile

Sì alla tredicesima, no all’innalzamento dell’età pensionabile. Così si sono espressi, ieri, gli elettori svizzeri in un referendum sulle pensioni. Nel dettaglio dei due esiti referendari, il 75% dei votanti ha respinto l’innalzamento di un anno dell’età rispetto ai 65 anni attuali. Mentre il 60% degli elettori ha detto “sì” alla tredicesima.

Il quesito sulla tredicesima

Dietro il referendum sulla tredicesima, sostenuta dalla sinistra, ci sono i sindacati, l’Unione sindacale svizzera in primis. L’obiettivo è quello di dare più potere d’acquisto ai pensionati, soprattutto quelli delle fasce più deboli: con il prezzo di affitti, premi delle casse malattia e generi alimentari in aumento – affermano – un numero crescente di pensionati fatica ad arrivare alla fine del mese. Il quesito referendario era stato invece fortemente osteggiato da governo e la maggioranza del parlamento, oltre che dai partiti della destra e del centro, per via degli alti costi della riforma (quasi 4 miliardi di franchi svizzeri all’anno, secondo le stime).

E ora cosa succede? Secondo Urs Bieri, politologo dell’istituto gfs.bern, intervistato da Swissinfo, ora è atteso un dibattito acceso in Parlamento sul fronte dei finanziamenti.” Sappiamo dall’esperienza passata – ha spiegato – che non c’è un grande consenso su nessuna delle opzioni di finanziamento previste, che si tratti di un aumento dell’IVA o di contributi più elevati da parte dei datori di lavoro e dei lavoratori. Tuttavia, il Parlamento non può ignorare completamente questa decisione chiara. La sinistra difenderà questa vittoria”.

Come funziona il sistema previdenziale elvetico

Il sistema previdenziale svizzero poggia su 3 pilastri: uno statale (Avs, obbligatorio per tutti), un secondo professionale (obbligatorio per le persone salariate) e un terzo privato (facoltativo). Il voto di domenica ha riguardato il primo pilastro il cui scopo è di coprire il fabbisogno vitale durante la vecchiaia. Oggi l’Avs è finanziata principalmente grazie ai contributi salariali, al contributo della Confederazione e ai proventi dell’imposta sul valore aggiunto.

La pensione statale massima mensile è di 2.550 euro, secondo molti una cifra insufficiente per vivere in Svizzera, dove il costo della vita è tra i più alti al mondo, in particolare a Ginevra e a Zurigo. Non è infatti un caso che sempre più persone lavorano fino a 70 anni per necessità, non per scelta.

No all’aumento dell’età pensionabile

La seconda proposta, quella sull’innalzamento dell’età pensionabile, era stata invece promossa dai Giovani liberali radicali (destra) con lo scopo di risanare il sistema in “difficolta’ finanziarie”: in una prima fase, tra il 2028 al 2033, era previsto un aumento progressivo dell’età pensionabile, da 65 a 66 anni. In seguito, l’età sarebbe stata adeguata in funzione della speranza di vita media tramite una formula matematica. Anche in questo caso, il Governo riteneva  un simile automatismo troppo rigido e, quindi, raccomandava di respingere il testo.