Entro il 2051 si potrà andare in pensione a 69 anni e sei mesi, come ha dichiarato poco tempo fa il presidente dell’Istat ma un quarto dei commercianti italiani, ben il 24,7%, prevede di lavorare oltre i 70 anni, mentre un ulteriore 13,6% dichiara di voler continuare a lavorare il più a lungo possibile. E questo per colpa del caro vita e della poca liquidità a disposizione.
È quanto emerge dall’Osservatorio sull’Educazione Finanziaria nel Retail di SumUp, fintech attiva nel settore dei pagamenti digitali con soluzioni innovative per business di ogni dimensione.
L’età lavorativa si sta progressivamente allungando e diventa sempre più importante per i piccoli imprenditori acquisire e migliorare costantemente la propria consapevolezza finanziaria, sia per garantire una duratura sostenibilità economica del proprio business sia per pianificare attentamente anche il momento del ritiro e le proprie finanze personali – afferma Umberto Zola, Responsabile Online Sales EU di SumUp -. In questo scenario, la tecnologia può essere un alleato importante, consentendo ai piccoli imprenditori di automatizzare e ottimizzare le operazioni quotidiane, dalla contabilità – che oggi, come emerge dal nostro sondaggio, è ancora gestita manualmente dal 26,2% dei commercianti – alla gestione del magazzino e delle relazioni con i fornitori”.
Come i commercianti si preparano alla pensione
Nel mese dell’educazione finanziaria, si scopre che molti commercianti italiani si trovano a riflettere con serietà sulla propria pianificazione pensionistica. Attualmente, il 35,9% ha attivato un piano pensionistico statale e il 19,7% personale. Un ulteriore 18,1% ha fatto ricorso a risparmi e investimenti, mentre il 17,4% considera la propria azienda come il principale mezzo per la pensione. Tuttavia, un significativo 30,3% degli imprenditori si trova a fronteggiare risorse finanziarie limitate, e quasi uno su tre (31,2%) afferma che il carovita ha avuto un impatto negativo sui propri piani pensionistici. Fra le sfide che preoccupano maggiormente gli esercenti, dice l’Osservatorio di SumpUp, figurano anche la mancanza di conoscenze sulle opzioni di pensionamento (12,6%) e la complessità normativa (19,7%).
Dall’analisi di SumUp emerge inoltre un diffuso ottimismo fra i commercianti riguardo la gestione delle finanze aziendali: solo l’1,9% dei commercianti si sente inadeguato su questo fronte, mentre il 48,9% è molto fiducioso sulle proprie capacità. In particolare, le attività su cui gli esercenti si sentono più competenti sono la definizione del budget (33,1%), a seguire la gestione del flusso di cassa (26,5%) e la gestione della contabilità (25,4%). Tra le attività più gravose indicate dal campione, invece, figurano la comprensione delle imposte e delle normative (19%), la compilazione corretta e accurata dei registri finanziari (13,7%), fino alla gestione del flusso di cassa e delle spese (12,5%).
Quanto Educazione finanziaria appresa “sul campo” da oltre metà dei commercianti
L’Osservatorio rivela inoltre che solo un quinto dei commercianti ha ricevuto una formazione in ambito finanziario attraverso una laurea o certificazione (14,8%) oppure un workshop dedicato (5,6%). Fra tutti gli altri, appena il 7,6% ha intenzione di formarsi in tema di educazione finanziaria, mentre ben il 58,6% ritiene di aver appreso le competenze finanziarie necessarie “sul campo”, lavorando al proprio business. Per accrescere le proprie conoscenze, gli esercenti ricorrono principalmente a corsi online e webinar (18,7%), sessioni individuali di coaching finanziario (18%) e networking con colleghi (14,2%). L’8,3% usa software per la gestione finanziaria.