ROMA (WSI) – Sembrerebbe che la strada dell’accesso alle pensioni anticipate con una maggiore flessibilità sia quella prescelta dalla maggioranza di governo. È arrivato infatti il via libera alla nota di aggiornamento al DEF, il Documento di Economia e Finanza che rinvia al 2018 il pareggio di bilancio e impegna il governo a incentivare l’uscita dal mondo del lavoro e quindi l’accesso alle pensioni in anticipo.
Ma la flessibilità in uscita avrà un costo anche per chi ha un impiego. L’assegno pensionistico potrà essere inferiore di anche il 30% per chi esce dal mondo del lavoro con quattro anni di anticipo.
Secondo l’Istat sarebbero 2 milioni gli italiani lavoratori tra i 58 e i 63 anni e quindi vicini alla pensione. Il problema è sempre quello della copertura finanziaria visto che gli obiettivi posti dal governo nella prossima Legge di Stabilità sono tanti e tutti molto ardui.
Si va dal rinnovo degli sgravi contributivi per chi assume e a tempo indeterminato, alle misure contro la povertà, ad interventi per il rilancio del Mezzogiorno, passando per il congelamento della clausole di salvaguardia e quindi all’aumento dell’IVA, arrivando fino all’abolizione della tassa sulla prima casa. Senza contare la proroga degli ecobonus e la salvaguardia degli esodati.
La possibile soluzione sarebbe quella di spalmare la competenza sul gettito derivante dal rientro dei capitali e dall’incasso di imposte, interessi e sanzioni tra questo e l’anno prossimo e usare l’eccedenza per coprire le novità 2016, tra cui ovviamente anche il capitolo previdenziale.